06 novembre 2014

Chesil beach (Ian Mc Ewan)

Edward e Florence. La storia di una passione. Ma non di un fuoco che avvinghia e scalda il cuore e le membra, non quel sacro ardore che brucia e consuma gli amanti. Quello che insomma ci fa credere che l'amore sia vero e non una invenzione dei poeti e di chi è solo o magari in non piacevole compagnia.
Qui si intende passione nel suo più antico significato etimologico, quello di patire, subire. Insomma un disastro. Chi, a prescindere, intende essere penetrata con orrore o chi, con la dolorosa ed onanista apprensione, intende penetrare ciò che non si presta? Un significato doloroso e senza scampo, per chi ne subisce le conseguenze. Attenzione che per parlare di questa narrazione, si svela il finale. Che fine poi non è. Perché non c'è stato mai inizio.





Ius primae noctis. Non c'entra molto perché era una legge medievale, così dicono. Eppure di antico, polveroso, stantio c'è, in questo rapporto fra i due giovani virgulti sopra menzionati. A nessuno piace solo e sempre caldo. E nemmeno a nessuno piace freddo. Sempre sesso è. Ma se una pulsione naturale, anzi, necessaria per l'espletamento delle normali funzioni vitali, diventa un impegno ed una sfida senza né vinti nè vincitori, specie alla prima volta, Dio ce ne scampi e liberi. Il finale è segnato.
E non è una questione che sono inglesi. E' una questione innata. Due ragazzi per bene, di quelli che se succede un massacro in televisione dicono erano proprio a posto. Educati, anche se una é benestante e l'altro tendente al campagnolo. Si sposano. La cerimonia è andata bene, ci mancherebbe. In fin dei conti stanno insieme da appena un anno e molto di quel tempo se lo è succhiato il prepararsi all'evento. La sera è mite, la cena lauta, il posto non certo esoso o esotico ma tutto sommato bello, suadente. Chesil beach appunto. Diciotto chilometri di spiaggia. Ed invece per pochi millimetri che non raggiungono il centimetro, magari due vite cambiano esistenza. Magari dopo vivono meglio, vai a sapere tu. Ma insomma. Chi dice che non avessero potuto essere felici marito e moglie e poi genitori Florence e Edward. 


Perchè vaglielo a spiegare tu all'anno di fidanzamento, ai mesi di attesa, alle ore di intimità, ai minuti di intensi baci che poi alla fine sono i secondi che magari ti fregano, in barba a tutto. E tutto magari finisce, senza iniziare. Strana la vita. Ma no, strani gli uomini, le donne, insomma, quelle cose che chiamiamo bipedi pensanti.
Ma vedersi crollare il mondo addosso per non consumare la prima notte di nozze è troppo da accettare, che si sia attivi o passivi, che si sia innamorati o meno, che si sia incapaci entrambi e non c'è verso di accoppiarsi
E' il 1962. l'anno dopo a detta del narratore scoppia la rivoluzione sessuale e due teneri ed incapaci amanti, che subiscono senza mai attivarsi le reciproche paure, si imbarcano per le proprie vite, distanti. Magari ora sarebbero nonni felici e contenti.


E' un racconto lungo, questo libro, che poi l'editoria ha confezionato come forma e contenuto in un romanzo. Non è un capolavoro, ma si apprezza molto per il dettaglio dei particolari, per le notazioni di sottofondo, per i rumori che non si sentono, per gli odori che non si annusano, per i colori che non si vedono. Una storia che è stata già più volte raccontata ha bisogno di uno stile per non essere noiosa e questa non lo è, davvero. Mc Ewan è narratore oramai datato ed a cui, con Lettera a Berlino, riservai strali di indifferenza e ostilità. Qui denota se non altro capacità di scendere a compromessi con la narrazione senza fare e farsi male, di narrare ciò che appar,e chiaro dal primo paragrafo senza però annoiare. Peccato solo il prezzo e la forma. Per il resto un testo leggibile, ben scritto e ben condotto, a parte la nota ed eccessiva mano, secondo me oramai preponderante, di alcuni editor nei testi degli Autori. D'altronde questi poveri impiegati dell'editore, magari incapaci di scrivere, dovranno pur saper far vendere, senno vanno a casa. E così distruggono testi letterari facendoli diventare merce per non rimanere senza stipendio. Ed avranno allungato quello che sarebbe stato un ottimo racconto da rivista letteraria, a mio parere e va bene così ed anche se non va bene, basta così.
Magari innervosendo e calpestando l'autore. Già.
Ma che autore vuoi, in epoca di industria culturale. Trovatemi chi ha inventato i bastoncini findus. Magari è morto o in pensione, eppura il suo prodotto si vende, la sua pubblicità si modifica, le offerte speciali si moltiplicano.
Che ve lo devo dire a fare? Va bene anche così, non sono i tempi peggiori vissuti dall'uomo questi, come non tutto quello che accade a Florence e Edward. Non parlavano fra di loro,erano ad un flirt e pensavano di aver acceso il forno dell'amore eterno, vai a capire te, perché i genitori avevano acceso la spina delle convenienze sociali.E quello che gli succede è deprecabile non solo in base all'oscurantismo sessuale allora in voga, visto che oggi di sesso ne abbiamo dappertutto, dai detersivi al cibo per gatti e neanche ce ne accorgiamo, anzi sì, lo vediamo e non ci fa effetto, gli ormoni sono stati risucchiati dallo share, dal bancomat e messi in degenza dalla carta di credito. Eppure di coppie che scoppiano ne abbiamo a iosa. Perchè adesso magari il problema è un altro, non il sesso, non l'uguglianza, ma il tempo libero.
Da un estremo all'altro, certo. Questa è la vita, avrebbe sentenziato il Billy Pilgrim personaggio di "Mattatoio n.5" di K. Vonnegut. Così tanto per finire citando. E' bello ciò che piace non ciò che qualcuno dice "bello".
Abbasso il maschilismo ed il bunga bunga, per ciò che c'entra

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