I quattro scarafaggi più famosi del mondo. Non a caso chiamati i fab four, i quattro favolosi. Un’avventura durata addirittura meno di dieci anni e che lascerà un’impronta indelebile ed incomparabile nell’ambito della storia della musica pop. Perché loro no, non sono rock. Come genere e come atteggiamenti. Loro sono più che altro unici. Ma nel corso del 1970 la loro unione si interrompe. Insanabili divergenze e le urgenze di carriere soliste ( per tre componenti: Lennon, Mc Cartney e Harrison, il batterista Ringo Star è sempre stato un mero comprimario, seppur leale e fedele) non lasceranno scampo. Sono lontani gli epici tempi di Amburgo, quando ancora sconosciuti e pivelli erano costretti a lunghi ed estenuanti tour de force giornalieri per esibirsi in locali dove certo la musica non era l’unica attrazione. Poi verranno la fama, i contratti capestro, la ricchezza a volte sperperata, le droghe, la politica, Yoko Ono. Ma certo nessuno come loro è stato capace di divenire mania globale, in un’epoca dove non esistevano internet, fake news e la televisione stava appena imponendosi in quasi tutto il mondo occidentale, come preponderante e indiscutibile mezzo di comunicazione di massa, senza scordarsi del decisivo apporto di alcuni personaggi decisivi per far conoscere al mondo la magia musicale del gruppo: Due nomi su tutti: Brian Epstein, manager e George Martin, produttore. Anche gli esseri umani più talentuosi ( e fortunati) hanno dei padri putativi. Anche dei supereroi come i marvelliani Avangers, pensate. Figuriamoci quattro allora anonimi e post adolescenti di Liverpool.
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17 ottobre 2024
La musica nel tempo (Ferdinando Fasce)
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11 novembre 2015
Non sparate sul cantautore (Claudio Bernieri)
É il 2 aprile 1976. Dopo un
pomeriggio di tensione, un gruppo di autonomi piomba sul palco del Palalido di
Milano, tutto esaurito per l’occasione, dove si sta esibendo Francesco De
Gregori, noto cantautore romano, reduce dallo stratosferico successo del suo
album “Rimmel”. Un vivace scambio di battute, forse qualche spintone, certo
qualche insulto. Si tratta comunque della sceneggiatura di un processo che le
frange estremiste ex parlamentari della sinistra antagonista fanno ad uno dei
più celebrati cantautori di successo, sulla base del concetto che la musica è
di tutti ed un “compagno” come lui non può esibirsi con un biglietto che costa
ben 1500 lire di allora.
Due mesi prima un artista del
calibro di Lou Reed, non certo uno tutto pop e lustrini, a suon di bottigliate
era stato costretto a interrompere lo spettacolo, nel medesimo posto. Ed un
anno dopo, sempre nel capoluogo meneghino Santana verrà messo in fuga nel mezzo
della sua acclamata esibizione live. Se la musica aveva strappato spazio a
poesia e romanzo ed era diventata lo strumento di contestazione, ora ne diviene
il bersaglio.
21 maggio 2014
Alta fedeltà (Nick Hornby)
Canta che ti passa o era meglio morire da piccoli?
La vita è un gioco a metà, il resto bisogna decisamente viverlo
Comunque sì, é complicato crescere. E soprattutto accettare di crescere, perché con Peter Pan è amore a prima vista, ed il primo amore, lo sappiamo, non si può scordare. Chiedetelo a Rob, il protagonista di questo romanzo, che si trascina dentro il dubbio amletico dell'essere o non essere lungo 250 pagine affatto noiose e nemmeno troppo pretenziose.
A 35 anni o intorno a quelle parti, la vita né inizia né finisce. Ma il tempo scorre, comincia ad avere consistenza il passato ed il futuro è lì ad incalzare.
Così Rob, misogino, musicofilo, forse un bimbo cresciuto ma impertinente e paravento è la voce narrante del racconto, in preda a dubbi e malinconie, velleità e sogni. Mette a nudo la sua vita attuale e quella passata, con una storia sobria ma non troppo (altrimenti non sarebbe inglese), mai banale, con quello stile anglossassone che non ti fa mai ridere ma con il sorriso che è dietro ogni pagina, ogni riga.
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