23 giugno 2014

Le domande di Brian (David Nicholls)


Forever young? Magari ! Oppure meglio di no?
Sono giorni importanti per Brian Jackson. Sta arrivando la svolta. Deve andare a Bristol, all'università. Siamo nel 1985. I magici, lontani anni ottanta di tanti di noi. Musica, bambagia e mondo che cambia. Ed è un momento cruciale, topico, per un riflessivo e timido ragazzo di provincia, orfano di padre. Brian ha quasi diciannove anni. Se li sente tutti addosso e si pone frequenti interrogativi. Chi sono, cosa faccio, dove andrò. E non si commuove all'idea che la madre piange mentre prepara le valigie. Non è crudeltà, ma distacco dal cordone ombelicale. Poi, per lei, solo epatica indifferenza, ché da quando è morto il marito ha allevato l'unico figlio maschio tirandosi su con il whisky. 

19 giugno 2014

Cronaca di una morte annunciata (Gabriel García Márquez)


Siamo decisi e non decisori?  Siamo tutti destino, anzi destinati, forse. E nulla possiamo di fronte a ciò che la sorte ci ha riservato. Lo ha imparato anche Santiago Nasar, con suoi venti anni fatti di nottate allegre, caccia a mulatte isolate da acchiappare, ubriacamenti molesti o meno. Lo ha fatto in un momento decisivo della sua vita: la morte. Perché è proprio strano il mondo, hai anni, mesi, settimane e giorni da vivere, ma poi ciò che ti decide, ciò che ti fa finire dura pochi minuti, a volte solo alcuni secondi. 

17 giugno 2014

C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo (Efraim Medina Reyes)


Forse c'è un tempo per tutto, anche quando pare che il niente arrivi per disordinare ogni ordine precostituito, rimescolare chimiche, convenienze, aspetti, passati, presenti e futuri.
Protagonista di un anti-romanzo dal titolo accattivante, Rep è un giovane allucinato ed allucinante, non fa luce, solo bagliori, come una lampadina psichedelica di bassa marca o come oggi si dice, di produzione orientale. Rep è appunto una energia a volte scarica a volte abbagliante, si accende e si fulmina attraverso la misteriosa corrente che alcuni chiamano vita altri chiamano casualità oppure voglia di oppure voglia di non.

16 giugno 2014

La versione di Barney (Mordecai Richler)


Barney, che tesoro. Sei solo profondamente arrabbiato con chi ti ha tradito e sbugiardato. In fondo stai poi solo sproloquiando di te. O di noi. Anzi, di voi, voi umani intendo. Questi umani che credono di popolare la Terra ed invece la spopolano di sogni, la fecondano di incubi e allora che irriverenza sia. Nessun perbenismo, ci mancherebbe, il moralismo è l'oppio dei popoli. Basta criticare, recidere, deformare, costruire è faticoso, alla fine è tutto più facile azzerare senza pietà, che siano solo macerie. Che rarità, quanta forza e veemenza, quanto sei forte Barney. Siamo pronomi, a volte nomi, raramente cognomi. Eppure eccoci qui Barney, tu sei noi, noi siamo te e non ci si capisce nulla, la realtà appare, non è mai. Come fanno un bel po' di persone. Tante, forse troppe. Anche tu. Siamo tutti compresi.