Già. Il Risorgimento. Ovvero quella che dovrebbe essere la radice comune da cui è nata la nostra malmessa e malmenata nazione. Ma dopo 150 anni ci si accorge che non è così. Colpa del momento, colpa di spinte autonomiste di alcune regioni, colpa di tutto e forse di poco. Quindi non si tratta di revisionismo fine a sé stesso, indirizzato politicamente e nutrito magari da un'ideologia malsana. Si tratta di prendere atto che l'epoca risorgimentale, turbolenta ed eroica anche per il sacrificio di diversi martiri, non è stata per così dire una redenzione voluta da un intero popolo, ma un'immensa e talvolta soverchiante, travolgente spinta voluta ed organizzata da pochi e che in molti hanno subito, o comunque non accettato. E quel legittimo, strisciante sospetto che ci sia stato a capo di tutto una "lunga mano", che aveva deciso per tutti in base alle proprie più o meno lungimiranti convenienze, un disegno strategico di pochi a beneficio personale e non collettivo.
29 luglio 2014
23 luglio 2014
Acciaio (Silvia Avallone)
Dopo l’invasione mielosa ed appicicaticcia dei
pre-adolescenti sfornati da Moccia, tutti amore e fantasticheria, senza un
briciolo di sostanza, prima o poi doveva succedere "Acciaio". Che
quell’ambientazione gelatinosa e zuccherata si adulterasse e diventasse
anagraficamente più adulta, fosse spostata in ambienti marginali e pseudo degradati e
cominciasse a provare senza sosta pruriti sessuali e rivendicazioni
esistenziali al sapor di cocaina. Come se il Cuore di De Amicis lo
mischiassero a Trainspotting. Diventa un aborto di romanzo. Certo ne
avevamo proprio bisogno, come no. Se ne sentiva la mancanza. Noi
lettori, di quaranta anni, non vedevamo l’ora. Di un frizzante lassativo
che ci facesse finalmente scaricare in bagno gli ultimi rimorsi per la
nostra giovinezza ormai andata e per le letture generazionali che non ci
avevano mai soddisfatto. Ci hanno risolto un dubbio: noi non eravamo e
non saremo stati mai così e dubito che gli adolescenti di adesso lo
siano, almeno completamente. E’ una lettura a suo modo gratificante:
capisci che c’è sempre qualcosa di
peggio di quello che scrivi o in cui credi. perché Acciaio non può
essere il vero ed il nostro. Altrimenti amen, siamo fregati.
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Silvia Avallone
21 luglio 2014
L'opera struggente di un formidabile genio (Dave Eggers)
The end. Arriva l'ultima
pagina, si chiude il libro. Nella bocca un sapore dolcemaro, soddisfazione che
si mischia a insoddisfazione. Mentre vai a letto ti chiedi avrò letto un bel
libro o solo il trailer di un possibile scorpacciata di adrenalina
intellettuale destinato solo a lasciare insani appetiti pensierosi?
Riavvolgi il nastro, ripercorri la storia. Bisogna scoprire cosa ha guastato il
dolce e l'amaro, il sapore. La prevista abbuffata di emozioni, per un ingordo e
bulimico mangiatore di sogni su carta, non ha avuto nessuna soddisfazione...né
in poesia, né in prosa, ahimé.
20 luglio 2014
Tre anni luce (Andrea Canobbio)
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Le mille facce dell'amore. Oppure è sempre la solita solfa e dunque prendiamone atto?Gli spazi siderali dove si agita quella che noi vorremmo vita ed invece è solo esistere sono immensi eppure certe volte hanno interstizi così minimi, minimali, dove si infilano piccole casualità che decidono diversi futuri. Quanto tempo sprechiamo, rifiutiamo, lasciamo avariare e quanto invece lo divoriamo voracemente non lasciando nemmeno le briciole. Un fiero e lauto pasto, che spesso non sfama mai.
Amore ma non solo. Perché amare vuol dire tante cose, anche non esserne capaci o troppo.
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