22 aprile 2017

Golk (Richard Stern)


Pensavate che tutto fosse nato con Maria de Filippi, il Grande fratello, Le iene. Vi sbagliate, voi non conoscevate ancora il golkismo ed il suo padre padrino.
E ora che è entrato stabilmente nello staff di Golk, Hondorp comincia a nutrire ambizioni. Non si capacità neppure di collaborare attivamente assieme all’astro nascente nella televisione di intrattenimento statunitense degli anni ’50 del Novecento. Certo ha dovuto accettare di vedere di il padre protagonista in uno degli acclamati reality show del suo mentore, ma alla fine, alla soglia dei quaranta anni aveva deciso di liberarsi della iper-protettiva figura paterna, che lo aveva ibernato in un dolce far-nulla in nome dell’amore, e lo inebria ora cercarsi una strada nella New York di quegli anni. E nulla sarà come prima.

13 febbraio 2017

Il Signore delle mosche (William Golding)


"Dolci ore sono perite qui,
Questo è un luogo timoroso -
Entro i suoi confini hanno giocato speranze
Ora inerti nella tomba"
(Emily Dickinson)

Davvero credevate che il male venisse da Internet? Che la atttualissima mania del cyberbullismo, così trendy come preoccupazione adesso, sia una conseguenza dei social network e derivati? Non è così. La crudeltà esisteva già. Anche quella degli adolescenti. Il bene, il male. Il coraggio, la paura. L’avventura. La fame. La sopravvivenza. Il desiderio di ritornare a casa. I rifugi, le fughe, le lotte. E tutto con in primo piano dei bambini ( e qualche pre- adolescente, direi, di età indefinita a cavallo dei dodici anni). Considerato un classico per antonomasia, psicologista  (psicotico?) dalla prima all’ultima riga.

18 dicembre 2016

Lolita (Vladimir Nabokov)

“Ognun sta solo sul cuor della terra / ed è subito sera” (Salvatore Quasimodo, cit.).
Lolita, fuoco dei miei lombi. Lo so la conoscete questa frase. No, la storia non ve la racconto. Immagino che la sappiate tutti. Voglio dire Lolita da personaggio letterario è diventato fenomeno e marchio (lolitismo) della memoria collettiva, come sono oramai nel lessico comune kafkiano o bovarismo. Per via diretta o indiretta. Un consiglio: non  cercate moralità, o insegnamenti. Il romanzo non li dà e Nabokov stesso in una illuminante postfazione li esclude.

11 dicembre 2016

A volte ritorno (David Niven)



Diciamo che gli ingredienti c’erano tutti, anche troppo. Per stupire e magari per divertire. Un mondo apparentemente alla deriva e privo di valori non fatui come quello attuale, un Dio che per rilassarsi va a pesca e si perde 400 anni di umanità, un Gesù Cristo che passa il tempo a fumare erba e strimpellando assieme niente di meno che Jimi Hendrix. Alla fine tutto esile,a  volte stantio, molte trovate e poco spessore. Insomma un libro da ombrellone, premesso che non amo questa frase perché non mi appartiene, in spiaggia ho letto anche Faulkner e Kafka per dire e non stonavano affatto.