02 febbraio 2018

Canto della pianura (Kent Haruf)

Doveva prima o poi succedere che leggessi anche Haruf. Complice la mia leggendaria distrazione, son partito dal secondo capitolo di una trilogia invece che dal primo. Dal mezzo insomma, come nel mezzo del cammin di nostra vita sono quasi tutti protagonisti di questa storia, al di là che abbiano diciassette o settant’anni, poiché gli sbagli propri o quelli altrui li mettono davanti a delle scelte. Romanzo costruito su più punti di vista che raccontano le proprie vicende che alla fine vengono assorbite da un’unica grande storia, quella del nostro quotidiano fatto di normai disturbanze, improvvisi cambiamenti che ci cambiano tutto eppure ci lasciano così come siamo. Essere umani, con tutto ciò che questo comporta. Una narrazione dal piglio sicuro e senza fronzoli pervasa di intensa umanità.

29 gennaio 2018

Ruggine americana (Philipp Meyer)

Isaac English. Billy Poe. Due ragazzi ancora. Eppure quanta vita alle spalle. Il primo ha perso la madre ed ha dovuto badare al bisbetico padre per anni, mentre la sorella sfruttava l’intelligenza di cui sono dotati entrambi per andarsene, laurearsi e sposarsi lontano, più lontano possibile. L’altro ha visto l’irascibile padre sbevazzone andarsene via, la madre appassire come le margherite in autunno e l’unica speranza che gli rimane, se tiene duro e non da di matto come gli capita, può sfuggire al destino grazie al football americano ma fa del tutto per non cogliere l’attimo, come se avesse messo radici nella casa materna, traballante e sporca fino all’estremo di rabbia e solitudine. Ce la faranno a sfuggire al destino?

28 gennaio 2018

Amore, Prozac e altre curiosità (Lucia Etxebarria)

L’amore a Madrid, in questi tempi di anoressia sentimentale, di incomprensibile fretta e di fugacità delle relazioni: anche quelle durature nascondono crepe che possono sprofondarti in voragini maniaco depressive. Tre donne, sole, solissime. Ma ognuna vive una solitudine diversa, che alla fine si integra con quella delle altre mandando al mondo un unico messaggio: ma al mondo come si può amare e soprattutto è davvero tanto difficile? Che poi alla fine non è vero che la colpa di ciò è soltanto degli uomini. O delle discriminazioni sessuali. O delle congiunzioni astrali. La vita è difficile, punto, E ci vuole voglia e coraggio per affrontarla in tutti i suoi aspetti, non rinchiudendosi in un aspetto chiuso e parziale che alla fine diventa claustrofobico. 

10 ottobre 2017

Igiene dell'assassino (Amelie Nothomb)

Una lunga lunga intervista confessione che il famoso e misantropo scrittore Prétextata Tach, riluttante, concede alla fine alla parimenti cinica e indifferente giornalista presumibilmente alterego dell’autrice del libro, la politicamente scorretta Amelie Nothomb, di nazionalità belga ma nata in Giappone nel 1967. Questa lunga e dissacrante diatriba inizia quando di una serie di pavidi e miserrimi giornalisti hanno già clamorosamente fallito nell’ avere un colloquio, ma con la donna invece si ha un epico scontro incentrato tutto sul dialogo, su colpi di fioretto e sciabolate inferte con le parole e ne viene fuori un ritratto poco consono e a tutto campo, di quest’uomo. scorbutico, irriverente, misantropo, scrittore, uomo ed artista accuratamente dedicatosi a sbriciolare qualsiasi forma di empatia o rapporto comunicativo con il mondo, ostico e allergico a qualsiasi bon ton o benpensantismo, in base ad una sua bizzarra teoria dell'esistenza. La purezza appartiene solo al bambino, il resto è noia, cancro, impoverimento, bugia. 
Di questa sua semplice teoria egli ne fa una bandiera, una mission difesa con toni iracondi ed aspri, con una crudeltà ed una ferocia che non ammettono repliche.