Libanio e Prisco l’Epirota. Si scambiano lettere. A volte confidenze, oppure si lasciano andare a dispute dotte. Ormai sono vecchi. Più di metà della vita possibile se ne è andata. Ma gli rimane un cruccio. Riabilitare l’imperatore romano Giuliano l’apostata, ingiustamente denigrato per questioni prima politiche che socio-religiose. I suoi successori vogliono l’oblio oppure la calunnia. Ma questo non è possibile, anche se i cristiani ormai sono infinitamente più potenti di qualunque senato o corte imperiale. Mi rimane ancora oscuro come sia possibile che il narratore statunitense Gore Vidal sia ancora relegato fra i minori o perlomeno non sia uno dei più noti.
05 settembre 2018
Giuliano (Gore Vidal)
Tag:
Augustus,
Giuliano,
Gore Vidal,
romanzo,
storico
29 agosto 2018
La morte della Pizia (Friedrich Durrenmatt)
"La verità esiste in quanto tale solo se non la si tormenta".
Oggi
parleremo di Edipo. Non del complesso, oramai sviscerato da più parti, ma di un
ragazzo segnato sin da giovane per commettere atti impuri. Il suo carnefice è
una sacerdotessa che è nota per vedere il futuro, anche se è talmente vecchia e
stanca che nemmeno pensa al passato, ma a come possa terminare il suo presente.
Si chiama Pizia e per decenni è stata un punto di riferimento per gente comune
ed anche abili politicanti come Tiresia. Sta lentamente morendo. E certo che la
vicenda che ha sconvolto la vita di Tebe e gli scenari di potere la vede come
innegabile protagonista. Volendo fare un atroce scherzo in realtà ha provocato
una lunga reazione a catena che ha seminato morte e rancore.
Un
racconto lungo di quelli che lasciano il segno. Niente divagazioni niente
pause, una corsa contro il tempo. E Durrenmatt mostra le sue innegabile doti di
narratore puro, con una scrittura lucida ed aggressiva seppur giocoforza legata
ai suoi tempi coevi, ma intensamente moderna ed efficace. Un sarcasmo corrosivo,
più che ironico, cinico. Un pattern decisamente
a struttura centripeta, sempre di più ci si inabissa delle miserie umane e si arriva al nucleo, dove una volta ancora il fallace desiderio umano di se non predire il futuro
almeno di incamminare gli eventi verso una direzione, si rivela impossibile. La verità, questa sconosciuta. Inafferrabile come il tempo, per gli esseri umani rimarrà sempre e solo una chimera.
26 agosto 2018
Gli aquiloni (Romain Gary)
Inseguire l’azzurro. Per colorare la nostra vita un po' grigia, a volte, anzi spesso, al di là delle contingenze. Già, l'azzurro, quello là, sopra le nostre teste.Non il principe, miei cari
romantici, ma il cielo. Sono come Icaro, ricordate? Perché gli aquiloni, un po’
come i nostri desideri, volano in alto e vogliono salire più che possono, sono
tutti come quel mitologico eroe che poi s’è bruciato o meglio è caduto perché è
arrivato troppo vicino al sole e le ali si son squagliate.
Tag:
Gli aquiloni,
recensione,
Roman Gary,
romanzo
12 agosto 2018
Piccoli suicidi fra amici (Arto Paasilinna)
Il
maldestro ma risoluto Onni Rellonen fa conoscenza del militaresco colonnello Hermanni
Kemppainen in uno di quei momenti in cui si cerca la massima solitudine: un
tentativo di suicidarsi. Avendo scampato il gesto efferato, i due decidono che
è meglio farlo assieme ad altri come loro, è più facile, meno possibilità di imprevisti
o ripensamenti. Arruolano la bella e dannata Helena Puusaari e mettono in atto il
loro progetto. Ma niente sarà come prima, compresa la vita e la morte. O quel
che ne rimane .
Trovati
un momento topico, drammatico, catartico e ancestrale come il suicidio.
Ambientalo nella remota e tutto sommato sconosciuta Finlandia, dato che il
mito dei paesi nordici in genere è stato scippato dalla tria de
Danimarca-Svezia-Norvegia. Mettici un tre personaggi bizzarri scarsamente
tratteggiati, per niente indimenticabili ma funzionali.
La
ricetta è un romanzetto easy, dal finale scontato, con qualche trovata bizzarramente sarcastica, magari anche originale e suadente.
A
parte scoprire che il finlandese Paasilina è dotato di uno humour a volte dai
sapori mediterranei, Piccoli suicidi fra amici è un divertissment letterario che però personalmente fatico a definire romanzo, con una trama banalotta, un
romanzo di formazione per una serie di disperati e sbeffeggiati dall’autore,
che manche di ritmo e profondità. Si può fare
e regalare divertimento anche con un romanzo, ma c’è chi lo ha fatto
meglio, almeno per me.
Insomma
una mezza delusione, a parte l’aver appreso gli ettolitri di alcol che
ingurgitano i nativi del remoto paese scandinavo ed aver apprezzato alcune
notazioni sulla fierezza di un popolo minuscolo ma molto legato al proprio
territorio. Il resto francamente mi apre poco, a volte quasi niente, troppo
superficiale o solo accennato.
Sarà
stata magari la traduzione, ma lo stile è piatto. E le encomiabili avventure di
decine di depressi che hanno fallito l’annientamento per sfiga o ripensamenti
vacillanti, diventerà una ricerca di una nuova vita ripensando costantemente
al tentativo di finirla, una storia che però non aspira ad insegnare qualcosa, ma
a diventare una ironica barzelletta neanche troppo divertente. Mandare un
messaggio encomiabile in modo originale e ammiccante è pretesa interessante ma
non è detto che sia alla portata di tutti.
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