05 gennaio 2020

Il treno era in orario (Heinrich Böll)

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Andreas fuma l’ennesima sigaretta. E’ in viaggio con la fanteria tedesca, verso il limite del fronte orientale in rotta durante la seconda guerra mondiale, su questo treno triste e infame, perché profuma di morte. Ed aspetta con ansia, ma anche rassegnazione, l’avverarsi della sua profezia: giunto a destinazione sarà ucciso. Non
importa come. E così le fermate improvvise, il chiasso o il russare dei commilitoni, gli odori forti e sgradevoli, tutto appare inevitabile di fronte alla fine, Ha stretto amicizia con due commilitoni, l’apparentemente vitale Willi e un ragazzo biondo. Ma il primo scappa da una licenza infelice, dove ha scoperto l’adulterio della moglie ed il secondo è stato marchiato a fuoco dai crimini silenziosi della guerra, sotto posto a violenze sessuali dal proprio superiore in uno sperduto avamposto fuori da qualunque controllo. Intanto c’è chi magnifica nuove armi, chi crede nella invincibilità del Fuhrer e il convoglio lentamente sta arrivando dove deve. Andreas cerca di espiare i suoi peccati, ricorda solo i torti veri o presunti che ha inflitto, mangia le ultime scorte, beve e fuma molto ma se ne ha voglia, ed ha un solo rammarico: non aver vissuto mai nemmeno un’ora d’amore, nel senso fisico e spirituale, e gli sembra ingiusto dover morire così, con questa deficienza.

22 giugno 2019

Eureka street (Robert Mclian Wilson)

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Where the streets have no name” cantavano i miei amati U2 in quegli anni lontani e vissuti che si chiamano ottanta e sono dello scorso secolo ormai. E’ passata una vita. Invece qui la via ha un nome, le certe solite facce, un po’ di vita e qualche storia. Questione irlandese, bombe ovunque ed una tensione continua fra due facce di una stessa religione, il cristianesimo, con cattolici e protestanti che ne rivendicano l’autentica interpretazione. Siamo a Belfast, coi militari che ti mettono un carro armato in faccia e che quindi siamo in onda sul canale dei poteri forti, la città è attraversata da una lotta senza quartiere, anzi no, una guerra che si combatte nelle vie, nei vicoli. E verso i trent’anni qualcosa bisogna pur fare. Che sia nulla o tutto tocca provarci a vivere. Anche verso una fase della vita dove davvero non sei vecchio ma neanche bambino, come i protagonisti.

01 maggio 2019

Codice 1982 (Luca Dalla Vecchia, Stefano Savastano)

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Roberto Pruzzo. Chi ama il calcio e la squadra della Roma lo amava. Tre volte capocannoniere. Roba da impazzire. Però stavolta non gioca, fa sul serio. E' il capo del governo e deve salvare il mondo o magari solo il suo paese. Tra fantasia e realtà. Tra attualità e futuro distopico. Tra governo attuale e passati scenari. Calcio, app, televisione e una Terra sempre più in crisi. Insomma un viaggio senza ritorno, ma con una speranza. Bisogna fare goal al futuro. E stavolta niente scudetto, ma una vita che sia più vita. Magari dove non ti pare essere controllato da localizzazione Google e ciò che si mangia non è manipolato in laboratorio. E l'IA rimane cosa dovrebbe essere, artificiale, come i fuochi dopo le feste, esplodono, illuminano, fanno gioire e poi si dileguano

13 aprile 2019

Manhattan beach (Jennifer Egan)

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Pensiamo sempre che la guerra si combatte al fronte. Fucili, cannoni e carri armati per
terra, e navi e sommergibili per mare. E nel cielo gli aerei. Spari ,scoppi e bombe. Morti, urla, imprecazioni. Però non è solo così. Provatelo per esempio a chiedere ad Anna ed altre donne di Manhattan, stato di New York ,Stati Uniti di America. Uniti manco tanto, solo per convenienza, ma è un altro discorso. Nel 1942 si sta preparando la controffensiva per vendicare l’affronto di Pearl Harbour e vincere e poi dominare il mondo. Tutti lo sanno. Il paese vincerà Ma occorre dare un contributo.