10 novembre 2014

Non è un paese per vecchi (Cormac McCarthy)


C'è questa America di confine con il Messico. Dove passa tanta droga certo, ma solo perché la richiesta dei consumatori è in grandioso e facoltoso aumento. C'è questo profondo sud statunitense che da secoli ormai è in contrasto archetipico con gli eccessi brillantati e sotto i riflettori dorati del successo a portata di mano o di portafoglio della California e della West coast in generale. O in netta antitesi con il progressismo industriale e tipicamente capitalista dei "nordisti". 
Parliamo di ciò perché prima di entrare nello specifico, questo romanzo è essenzialmente una narrazione profondamente legata alle sue radici territoriali. 
Ed in ogni caso non ho resistito. 
E benché non sia propriamente amante del genere di cui il libro fa parte, eccoci qua. Tenuto conto che non amo il sangue, visto che anche a pasto la carne la divoro ben cotta. Ma l'arena invece mi affascina. 

Cavalli selvaggi (Cormc McCarthy)


Eccoli, sono laggiù, all'orizzonte, si possono scorgere nitidamente mentre tramonta questo sole rosso sangue che pare volerli inghiottire. Sì, esatto sono loro, quei due pazzi di ragazzi. John Grady Cole e quel suo amico Rawlins. Chissà dove pensano di andare, dove pensano di arrivare. 
Se fuggono da qualcosa o inseguono qualcuno, un posto, un cielo dove azzurrare, un'orma da seguire. Calcano anche antichi leggendari sentieri degli indiani e vogliono passare la frontiera con il Messico. 

06 novembre 2014

Chi ti credi di essere? (Alice Munro)

La provincia. Stato geo-politico ma soprattutto mentale. Questo dannato eterno microcosmo che difende con fierezza la propria integrità eppure nello stesso tempo ama e concupisce il capoluogo, il centro. Vite enormi e smisurate nei distacchi e nei ritorni, dai contorni sfumati, così piccole, vere, che quasi puoi toccarle.
Nonostante i boschi verdeggianti, un'aria appartata, un tenore di vita di cui la maggioranza gode, anche se non come ai livelli dei vicini Usa, questo Canada, con le sue distanze, i suoi geli invernali, nasconde e sottende una particolare irrequietezza sociale e sentimentale, specie nell'atipico e talvolta apatico trio composto da Rose, suo padre e la matrigna Flo, con in aggiunta la presenza inquietante del fratellastro Brian. Sismico,frammentato, sussultorio eppure lineare romanzo di formazione, di un protagonista Rose, che si piega si non si spezza, vacilla ma non cade. Prima bimba scontrosa, poi ragazza inquieta, infine sempre più donna. "Non devi metterti in testa di essere meglio degli altri solo perché impari le poesie a memoria. Chi ti credi di essere? Non era la prima volta che qualcuno glielo chiedeva"



Chesil beach (Ian Mc Ewan)

Edward e Florence. La storia di una passione. Ma non di un fuoco che avvinghia e scalda il cuore e le membra, non quel sacro ardore che brucia e consuma gli amanti. Quello che insomma ci fa credere che l'amore sia vero e non una invenzione dei poeti e di chi è solo o magari in non piacevole compagnia.
Qui si intende passione nel suo più antico significato etimologico, quello di patire, subire. Insomma un disastro. Chi, a prescindere, intende essere penetrata con orrore o chi, con la dolorosa ed onanista apprensione, intende penetrare ciò che non si presta? Un significato doloroso e senza scampo, per chi ne subisce le conseguenze. Attenzione che per parlare di questa narrazione, si svela il finale. Che fine poi non è. Perché non c'è stato mai inizio.