Dora Bruder scappa di casa in
un freddo inverno del 1941, tetro e lugubre per la Parigi occupata dai nazisti. È una
ragazza, ancora minorenne ma probabilmente l’aria del convento non fa per lei. A
quanto si suppone aveva un carattere ribelle. I genitori sono ebrei, immigrati
in Francia. Il padre, in passato arruolatosi nella legione straniera, all’epoca
risulta dagli archivi invalido al 10o% e senza lavoro, come la madre. Non sono mesi
facili, né per loro, né per tutti. L’occupazione tedesca sta stremando le forze,
le violenze e i soprusi mediante circolari amministrative sono in aumento. Ad aprile Dora viene ritrovata per poi sparire di nuovo ed alfine essere
bloccata e dirottata nei famigerati campi di raccolta della capitale francese,
dove si ricongiungerà al padre, per essere deportata con un treno che purtroppo
non ha nulla di festoso ed iniziatico, ma è tetro e minaccioso e si ha come un
sapore di nulla montandoci su, depredato dei pochi averi, a spintoni e calci.
04 dicembre 2015
27 novembre 2015
Canale Mussolini (Antonio Pennacchi)
Semplicemente un'opera
immensa, quasi dalle sfumature bibliche: dal 1926, in nove anni furono
impiegate ben 18.548.000 giornate-operaio, secondo Wikipedia. Di che parliamo?
Della bonifica dell'agro pontino. Probabilmente una delle opere del recente
passato di cui gli italiani tutti devono andare più fieri, anche se fu
concepita e realizzata in tempi grami, dove c'era un regime e già si agitavano
megalomani proclami per creare un impero che invece diverrà provincia,
provincia del mondo, come è attualmente, ai nostri giorni. Allora, per inciso,
come molti di voi sapranno, si era sotto la dittatura di Mussolini. E l'
argomento principale del romanzo "Canale Mussolini", con toni
talvolta epici che mai sfiorano il patetico, il melenso, il gossip o la mielosa
e stucchevole retorica, è appunto una storia delle storie ordinariamente
straordinarie di gente che quella avventura epocale la vissero, non solo come
testimoni ma come protagonisti.
26 novembre 2015
Un uomo (Oriana Fallaci)
Succedono cose nel
mondo, anche oggi. Son successe e chissà quante altre bisognerà vederne. E poi
leggerle, subirle, magari infangare il buon umore ed avere un moto di rabbia,
indignazione, dolore. E' la notte tra il 30 di aprile ed il 1º maggio 1976.
Siamo a Glyfada, luogo natale nei dintorni di Atene, di Alexos Panagulis,
martire e aspirante carnefice del regime totalitario instaurato dai militari in
Grecia fra il 1967 ed il 1974. Egli rimane vittima di un incidente
automobilistico alquanto surreale. Era un personaggio scomodo, fuori dagli
schemi, condannato a morte per un attentato nel 1968 al presidente fantoccio
della dittatura, Papadopulos, poi graziato e rinchiuso in carcere di
isolamento, con un regime di detenzione durissimo, cui lui reagirà con ferma
intransigenza e una certa dose di pazzia mista ad eroismo. Con la pseudo caduta
della Giunta militare, sarà poi amnistiato e successivamente eletto deputato
per un pugno di voti.
Tag:
grecia,
Oriana Fallaci,
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Un uomo
25 novembre 2015
Castelli di rabbia (Alessandro Baricco)
L'altro giorno
non so perché ero alla stazione Termini, Roma, caput mundi secoli fa, la città
delle città, si diceva una volta. Ma era una volta, ed ora è svoltata, né a
destra né a sinistra ma verso un precipizio. Alla biglietteria, dopo una fila
nervosa ed estenuante invece che il solito biglietto per il mio tragicomico e
sferragliante regionale che ci mette anni per coprire metri, ho chiesto
all'addetto un biglietto per Quinnipack. Ovviamente non era disponibile,
perché quella città non esiste, anche nei nostri tempi, di alte velocità, Tav,
trasporti veloci e comodi certe mete sono irraggiungibili esattamente come i
vostri cellulari a volte sordi e ciechi, senza campo, voce, senza nulla.
Ho abbandonato sul momento l'idea di un viaggio così,non valeva la pena di. Ma mi sarebbe piaciuto, per un giorno, visitare questo luogo che non c'è, come a volte mi sarebbe stato gradito fare un salto a Macondo di cui mi parlò un certo sudamericano di qualità ineccepibile quale Gabriel Garcia Marquez. Perché, come forse avrete intuito in questa realtà a volte amara a volte solo incomprensibile, a mio parere solo la letteratura può regalare un cambio di prospettiva ed offrire una nuova geografia mentale e spirituale. Il potere della parola logora chi non ce l'ha.
Ho abbandonato sul momento l'idea di un viaggio così,non valeva la pena di. Ma mi sarebbe piaciuto, per un giorno, visitare questo luogo che non c'è, come a volte mi sarebbe stato gradito fare un salto a Macondo di cui mi parlò un certo sudamericano di qualità ineccepibile quale Gabriel Garcia Marquez. Perché, come forse avrete intuito in questa realtà a volte amara a volte solo incomprensibile, a mio parere solo la letteratura può regalare un cambio di prospettiva ed offrire una nuova geografia mentale e spirituale. Il potere della parola logora chi non ce l'ha.
Quinnipack è
solo la capitale del regno fantastico e realistico, allo stesso tempo, che
Alessandro Baricco, nell'ormai lontano, ahimé, 1991, costruì, anzi architettò,
per dare spazio, ambiente e aria ad una serie di personaggi che erano ad un
bilico, ossessionati da qualche meravigliosa e delirante, fatua ossessione ma
convinti di poterla non solo desiderare, ma anche realizzare.
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