04 luglio 2016

Rayuela- Il gioco del mondo (Julio Cortazar)

Un gioco, certo.
Ma di altissima classe, ostico in alcune parti, poetico e suadente in altre, filosofico a tratti, con una ricercatezza lessicale e strutturale che emergere nitidamente il cristallino talento dell'autore.
Conoscevo Cortazar come maestro del racconto fantastico moderno, quello di Bestiario per dire o Tanto amore per Glenda, e pur continuando a ritenere che la forma più breve gli sia più congeniale, l'ho scoperto romanziere "folle", torrenziale nonché vertiginoso e ambizioso.
La storia raccontata è quella di Horacio, argentino a Parigi costretto a  rientrare alla natia Buenos Aires perché cacciato dai propri amici, con l’ossessione di una donna magica e incomprensibile che non ha saputo amare, e lì si ritrova ospite d'un vecchio amico e la sua compagna. Ma trattasi di un mero espediente per mettere in opera funambolismi letterari, riflessioni cosmiche, paure ancestrali.

30 giugno 2016

Il Vangelo secondo Pilato (Eric-Emmanuel Schmitt)



Ponzio Pilato scrive al fratello Tito con profonda inquietudine: racconta che la tomba di Jeshoua è vuota ed il corpo del mago di Nazareth è scomparso. Pensava di archiviare l'odiata Pasqua ebraica senza fastidi ulteriori, ma non è stato così. Per lui sicuramente il corpo è stato trafugato, ma la voce di una impossibile resurrezione potrebbe avere effetti devastanti sulla regione da lui amministrata per conto di Roma. Gli equilibri politici sono infatti instabili, tra sacerdoti del tempio, zeloti e meri criminali à la Barabba. La moglie Claudia continua imperterrita a sostenere che quell'uomo non era un ciarlatano abile e dalla personalità magnetica ma il Messia, il figlio di Dio. Pilato analizza la situazione, avvia ricerche  a tutto campo, assiste al progressivo cedere alla forza di Joshua di Caifa, capo dei sacerdoti a lui fedeli ma anche dei suoi stessi amici fidati, a partire dall’enigmatico e lussurioso Fabiano.

L'uomo che guardava passare i treni (Georges Simenon)


Sarà che sui treni ci vivo. E capisco chi possa avere determinate manie. E ne apprezzo risvolti, antefatti e misteri. Dunque una tematica apparentemente consona, che poi mi sorprende. Perché è una storia tipo "Un giorno di ordinaria follia". L'avete visto quel film? Un eccezionale Douglas che impazzisce e devasta mezza città prima di essere arrestato. Può succedere sapete? Come capita a questo Popinga magistralmente descritto e narrato da un Simenon in forma smagliante e lontano anni luce dagli stereotipi di classe e di genere del suo personaggio più famoso, il commissario Maigret. Un uomo talmente comune da sparire nella folla. Che poi non ci sta più, a niente, costi quel che costi. Abbasso le convenzioni

29 giugno 2016

Il maledetto (Joyce Carol Oates)

Ci vuole coraggio. O forse paura. O magari semplicemente essere bambini, che non distinguono appieno le due cose ed allora riescono anche nei miracoli più grandi. Si respira un'aria fetida nel microcosmo borghese e democraticamente conservatore di Princeton, ad inizio Novecento. Posto rinomato per la sua ambita e famosa università. Efferati delitti, misteriose apparizioni, gigantesche allucinazioni che però paiono reali. E oltre ad una moltitudine di personaggi di antiche e più o meno nobili ma comunque benestanti famiglie, specie  gli  Slade, si incrociano nei vari destini le figure degli scrittori Jack london, Marc Twain, Upton Sinclair e futuri personalità politiche come Woodroow Wilson. Ma per ora è la morte ed il demoniaco che si impossessano dell'intera cittadina e si propagano senza sosta e nessuna pietà.