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25 giugno 2014
Bestiario (Julio Cortazar)
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recensione
24 giugno 2014
La metamorfosi (Franz Kafka)
In linea di
massima siamo portati a pensare che dentro di noi non ci alcuna parte mostruosa
o comunque non edificante e che invece magari questo problema riguarda il
prossimo. Sono gli altri, sempre e comunque, ad essere magari bestiali o capaci
di bestialità.
Tipico
dell'essere umano è evitare lo specchio e dilettarsi nel deridere gli
aspetti altrui. Ma provate a pensare quante
volte l'esteriorità arriva a dirigere i percorsi di una esistenza, provate solo
ad immaginare cosa significhi che non sempre l'aspetto fisico corrisponda per
forza a quello psichico ed interiore. L'apparenza inganna, si dice, ma tronfia
e loffia vince sempre, specie qui da noi, popolo massmediatico ed affamato di
futilità evanescenti, di quello che si dimentica, più che di sostanza. Non
venitemi a dire che siamo eccezioni, che io, tu, voi no, non commettiamo
peccato. L'eccezione conferma la regola.
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surrealismo
23 giugno 2014
Le domande di Brian (David Nicholls)
Forever young? Magari ! Oppure meglio di no?
Sono giorni importanti per Brian Jackson. Sta arrivando la svolta. Deve andare a Bristol, all'università. Siamo nel 1985. I magici, lontani anni ottanta di tanti di noi. Musica, bambagia e mondo che cambia. Ed è un momento cruciale, topico, per un riflessivo e timido ragazzo di provincia, orfano di padre.
Brian ha quasi diciannove anni. Se li sente tutti addosso e si pone frequenti interrogativi. Chi sono, cosa faccio, dove andrò. E non si commuove all'idea che la madre piange mentre prepara le valigie. Non è crudeltà, ma distacco dal cordone ombelicale. Poi, per lei, solo epatica indifferenza, ché da quando è morto il marito ha allevato l'unico figlio maschio tirandosi su con il whisky.
19 giugno 2014
Cronaca di una morte annunciata (Gabriel García Márquez)
Siamo decisi e non decisori?
Siamo tutti destino, anzi destinati, forse. E nulla possiamo di fronte a ciò che la sorte ci ha riservato. Lo ha imparato anche Santiago Nasar, con suoi venti anni fatti di nottate allegre, caccia a mulatte isolate da acchiappare, ubriacamenti molesti o meno. Lo ha fatto in un momento decisivo della sua vita: la morte. Perché è proprio strano il mondo, hai anni, mesi, settimane e giorni da vivere, ma poi ciò che ti decide, ciò che ti fa finire dura pochi minuti, a volte solo alcuni secondi.
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