13 aprile 2019

Manhattan beach (Jennifer Egan)

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Pensiamo sempre che la guerra si combatte al fronte. Fucili, cannoni e carri armati per
terra, e navi e sommergibili per mare. E nel cielo gli aerei. Spari ,scoppi e bombe. Morti, urla, imprecazioni. Però non è solo così. Provatelo per esempio a chiedere ad Anna ed altre donne di Manhattan, stato di New York ,Stati Uniti di America. Uniti manco tanto, solo per convenienza, ma è un altro discorso. Nel 1942 si sta preparando la controffensiva per vendicare l’affronto di Pearl Harbour e vincere e poi dominare il mondo. Tutti lo sanno. Il paese vincerà Ma occorre dare un contributo.

02 aprile 2019

Sputare controvento (Marzia Musneci)

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Udite udite è morto il grande poeta russo Majakovskij. Si, è morto. Certo, come no,proprio lui, il cantore della rivoluzione proletaria. Un suicidio. Per amore, per che altro senno. Non date retta alle ilazioni che sussurrano con una certa paura che ha influito qualche solenne bocciatura del partito comunista alle sue ultime produzioni. Chi non ci crede poi a questa versione? Niente di meno che il regista Ėjzenštejn e lo scrittore Boris Pasternak. Una celebrità acclarata ed una che lo sarà postuma. Un giallo di elevate e note qualità artistiche ordunque. Dove sta la verità?

17 marzo 2019

Memorie di un giovane disturbato (Frederic Beigbeder)

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Francese certo. Prima della globalizzazione. E ovviamente di Internet, della TAV oppure dei gilet gialli e delle rivolte nelle banlieue di inizio 2000. Arrivisti per nulla, viveurs alla fine nemmeno. Cercano Finalmente Marc Marronnier ma non trovano e se trovano non  detto che sia un bene. In fondo i soldi ce li hanno. La gioventù pure. Che dio li benedica magari. O li mandi all'inferno. Tanto l0ro alla fine ce la faranno. Volenti o nolenti. Preparatevi, saranno magari la nuova classe dirigente. Ed è un diario a futura memoria. Quindi potrebbe essere anche parzialmente usato contro di voi.  
E non so se vi conviene, davvero.
Che lui, il protagonista, vi illumini. Si chiama Marc Marronnier

23 febbraio 2019

L'ultima volta che siamo stati bambini (Fabio Bartolomei)

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Cercare se stessi? E chi l’ha detto che sia poi utile questo trovarsi? Forse era meglio
morire da piccoli. Nel senso che non bisognerebbe crescere, che poi arrivano tante fregature, ci si arrugginisce a vista d’occhio, cresce la pancia, spopolano le rughe, quelle sul viso e sul collo e , lo sapete, anche quelle sul cuore. Per non parlare delle ferite dell’animo. Il mondo salvato dai bambini? Certo perché no. In fondo i grandi di danni ne hanno fatti abbastanza, credo, e continueranno imperterriti a farli.