10 giugno 2014

Con gli occhi chiusi (Federigo Tozzi)

L'odore del sesso? Perché no, citando una canzone dello stereotipato Ligabue. Con gli occhi chiusi ma i sensi tutti vigili e in allerta. Siena, Toscana, inizio Novecento.
Pietro è un ragazzino, scosso da fremiti interiori e avvinghiato dal silenzio, strozzato dalla timidezza, affossato dal padre rozzo e manesco, uomo tutto "roba" e risparmio, che si divide fra la bettola di proprietà e il podere ma l'affetto non sa dove sia di casa.
Il ragazzo prova indistinti ma indistruttibili pruriti dettati dagli odori che nessuna madre può annusare, che nessun padre anche violento può vietare, che nessuna forza famigliare può arrestare insomma, anche se però teme, ché la campagna non assorbe e l'adolescenza, invece, soffre.
Pietro si innamora. E nulla sarà come prima, si sa.

Saltempo (Stefano Benni)

Il futuro c'est moi. Ma conviene poi?
Leggere il futuro, a ben pensarci, non è un premio, ma una condanna.
Guardare un tipo negli occhi e sapere con precisione quale fine farà, come da bravo e completo essere assolverà il suo compito da umano . Ed il tempo passa, inesorabile.
Oppure capire che chi ami in quel momento prima o poi se ne andrà, sbattendo la porta.
Ti rovini la sorpresa. il rumore di una porta che sbatte fa spazio nel cuore per un'altra stanza.
Non deve essere eccitante. Assolutamente. Meglio tenersi il presente e se capita ricordare che il passato, nel bene e nel male, è passato.


05 giugno 2014

Un amore (Dino Buzzati)


E' un anonimo grigio mattino del 1960, il 9 febbraio. Lo stimato e riservato architetto Antonio Dorigo come sua usuale prassi chiama la sua casa di appuntamenti preferita. Una abitudine consolidata, senza alcuna remora morale. La casa è perfetta. Discrezione, clima cordiale, ottime proposte di appagamento sessuale. Si trovano facilmente accordo, orario, modalità, soddisfazione celere della richiesta. E l'eccitazione monta. Ma Dorigo, come molti esseri umani, non sa che il destino si fa spesso beffe delle nostre certezze, anche quando tutto splendidamente appare “sicuro e propizio per un borghese nel pieno della vita, intelligente, corrotto, ricco e fortunato”.


04 giugno 2014

La metà di niente (Catherine Dunne)


 Svegliarsi. Preparare la colazione, salutare il marito, accudire tre figli, nessuna fatica, un immenso amore che travasa, trabocca, rabbocca, alla faccia del diabete. Aprile è il mese più crudele cantava il poeta Eliot e purtroppo per Rose questo 3 aprile sarà di una crudeltà inaudita e invincibile. Il marito infatti, valigie in mano, se ne va. Non è finita una storia, a sua detta pare che non sia mai iniziata e dunque. Ovviamente lui ha un'altra, a quell'età è facile mollare tutto e dire ricominciamo, in fondo che costa lasciare sola lei e tre ragazzi, i soldi comunque ci sono. Storie di ordinario abbandono, quella volgarità comune e legittima chiamata separazione e poi divorzio, un bel giorno un coniuge si sveglia, decide che quegli anni insieme si possono fottere ed allora addio. In genere le giustificazioni non ci sono.  Anche se a differenza di questo caso, non è solo voglia di avere un altro, più che un'altra vita. Vabbe.