31 luglio 2015

Storia della mia gente (Edoardo Nesi)


Un romanzo? Forse. Un saggio? Anche. C'era una volta un paese. Chiamato Italia e messo su, più o meno con la forza da una sola regione, il Piemonte. C'era poi una volta la Toscana. Questa era un'altra regione, che alcuni definiscono rossa, ma per milioni di persone è solo bella, ricca, affascinante. Dentro la regione c'era una città. Si chiamava Prato. E da qui nasce una storia. Triste, molto. La lettura è vietata ai minori, ai politicamente scorretti oppure orientati.
Edoardo Nesi è scrittore e giornalista, pratese del 1954, mette giù una storia come tante che riguarda la sua città, le sue convinzioni. Lo fa fa in maniera veloce e tutto sommato fatta bene, lo fa dopo che è successo tutto, dice quello che insomma si sapeva o si stava sapendo.

30 luglio 2015

Urlo e furore (William Faulkner)

Urlo.

Furore.

Dal fondo della propria anima, senza risparmio, senza veli, senza mediazione, senza.

Affidandosi all'estro, alla rabbia, alla disperazione. 
Non siamo in un vicolo cieco, siamo in una infernale, spietata, cinica, cruda, noir stairway to heaven della narrativa di ognitempo ed ognidove.
E' il 1929.

Un alcolizzato e depresso William Faulkner, imbianchino a cottimo e comunque spesso imbarcato in lavori di fortuna, semi esordiente, pubblica uno dei suoi capolavori.
Il mondo è distratto dal crollo della borsa in Wall Street, l'Italia festeggia i patti lateranensi, l'editoria si accaparra anche Hemingway che pubblica nello stesso anno "Addio alle armi". Ma il mondo della narrativa non solo resiste, ma si espande. La ricerca ( e se vogliamo l'ossessione) di questo scrittore della provincia americana si immola al mondo della creatività lanciando il suo grido. Di rabbia e di dolore. Ma.
Non solo.
C'è forza. Coraggio. Passione. Ricerca. C'è Letteratura. Elle maiuscola.
Sono in moto i muscoli del cervello, non aspettatavi un Atlante che sorreggerà il mondo, bensì una sinfonia in quattro tempi che affianca e preconizza il jazz classico dei tempi d'oro per suonare una polifonia che prende a spunto la tragedia greca.

29 luglio 2015

Il tempo è un bastardo (Jennifer Egan)


Poliedrico, polifonico eppure compatto, essenziale.
Il tempo corre e non lascia spazio. Si prova a riempirlo in tutte le maniere. Ma poi. Bennie, impresario di grido in campo musicale, una volta era un vero nome, una sorta di icona. Poi scelte sbagliate ed una certa stanchezza lo hanno relegato al ruolo di cult e poco più, ma ancora è in grado di far saltare il banco. Lo sa Sasha, la sua storica segretaria, di cui dopo anni si sta invaghendo. Lei è forte, dolcemente caparbia ma anche con un passato irrequieto, più che ribelle nichilistico. Lo sa anche lui che ancora può giocare qualche asso, che non può rifiutare a se stesso di darsi un’ultima chance: dare una possibilità ad un derelitto chitarrista di realizzare un nuovo disco e fare un tour. Anche se è a pezzi. Anche se ormai lo ricordano in pochi. Anche se.

28 luglio 2015

D'amore e d'ombra (Isabel Allende)


Cile, 1973. Per preservare il paese e salvare la popolazione da un fantomatico quanto ipotetico colpo di stato di matrice comunista, i militari occupano il potere con la forza e si insedia come leader-maximo e indiscutibile il generale Pinochet. Le riforme agrarie, oltre ad altre, dal punto di vista strategico-economico importanti, volute dal presidente socialista Allende, democraticamente eletto, vengono di colpo spazzate via. Si torna all'ordine, così dicono, ma vatti a fidare se invece semplicemente si restaura ciò che era smantellato ed insomma, non andava. Il Presidente Allende, negli scontri,muore. Per il Cile niente sarà come prima. O come dopo. Stavolta il contesto è più importante del testo, perché la storia d'amore è un mero espediente per raccontare una tragedia.