11 dicembre 2013

La letteratura nazista in America (Roberto Bolano)

Un vademecum completo. Completissimo. Mai ridondante e nemmeno logorroico, ma essenziale, quasi come le guide “Lonelly planet”, vai di qui, pranza di là, se ti va puoi dormire in quel posto. Comprensivo di aggiornamenti bibliografici, indirizzi ed edizioni rare oppure guarda tu censurate, che mondo cattivo. 

E poi biografie agili e sintetiche, che lasciano poco spazio agli indugi e pertugi, sono quasi album fotografici di sapore giornalistico, che in pochi passi sintetizzano curiose attività artistiche, tra il serio ed il faceto, quando però è evidente che certe azioni e reazioni per quanto sarcastiche, sottintendono una disumanità poco cervellotica e tristemente reale, quella di fecondare e cercare di procreare ideologie che in quanto tali sono comunque deleterie. 

06 dicembre 2013

On writing (Stephen King)

Scrivere. Questa dannata passione. Che non è fatta solo di talento, ma anche di perizia di stampo artigianale, dannato lavoro.
E ce ne parla un autore del calibro di King, riconosciuto ed acclamato maestro dell'horror e del thriller, capace di vendere milioni di copie dei suoi libri. Con stile rapido ed incisivo, mettendosi a nudo senza remore. 
Un'operazione eccellente e di sicuro interesse per tutti gli appassionati di lettura e scrittura, anche coloro i quali non amano l'autore.


03 dicembre 2013

Trilogia di New York (Paul Auster)



Siamo uno, nessuno o centomila?



Scambi di identità, riflessi e riflessioni come nella migliore tradizione di inizio novecento. Tanti per esempio conoscono almeno per sentito dire almeno il “Fu Mattia Pascal” di Pirandello, ma altri e svariati sono i romanzi dove il protagonista si pensa in un modo ed invece gli altri lo pensano in un altro, dove egli si crede uno ed invece non è solo quello ma anche nessuno e centomila.


“Trilogia di New York” è un testo composto da tre romanzi brevi o se preferite racconti lunghi, inutile dissertare sulla fatua inutilità di entrambe le definizioni. Tre incipit fulminanti, due conclusioni aperte o quasi, che lasciano uno spiraglio come la luce che si insinua in una stanza buia da una porta socchiusa. Ed un terzo racconto che rimette tutto in gioco e lascia decidere se chiudere la partita o aprirne un’altra, come quelle serate in cui si gioca a poker con gli amici e al di là di chi vince o chi perde non si sa decidere se andarsene a letto oppure continuare la partita, così, tanto per fare

Odore di chiuso (Marco Malvaldi)

Un castello. Una nobiltà decadente. Un personaggio realmente esistito e di una certa fama. Dall'olfatto estremamente sensibile e capace. Un omicidio misterioso. Il giallo viene considerato un genere e la narrativa specifica di solito fatica a trovare brillanti spunti di originalità se non riesce a insaporire invariabili canoni con tocchi sfumati e sapienti, capaci di rinvigorire ricette tradizionali usurate. Dopo il deludente "Briscola in cinque". Questo "Odore di chiuso" di Malvaldi registra un intelligente e ironica variazione sul tema.