04 dicembre 2014

Sostiene Pereira (Antonio Tabucchi)


Sostiene Tabucchi che ci sono innumerevoli possibilità di viversi il proprio malessere intellettuale ed esistenziale. E che sia universale infatti che nascosto, magari in soffitta, nel cuore o nel cervello, non si abbia un angolo ribelle, un angolo che brama e concupisce un mondo diverso, migliore. 


La banda della magliana (Gianni Flamini)

Un pugno allo stomaco. Un conato di vomito. Una rabbia sorda e cieca. Leggere alcuni libri fa male, ti graffia il cuore, ti fa sentire indignato, perso, sconfitto. E soprattutto ti fa vergognare di essere in una nazione corrotta e corporativa, dove dietro la facciata esteriore si nasconde di tutto e di più e alle spalle del cittadino comune vengono commessi efferati delitti e variegate ruberie. 
Per capire il DNA italiano, per arrivare a comprendere lo sfacelo attuale delle istituzioni, per avere insomma consapevolezza di quanto fango si è accumulato e stratificato negli anni ebbene la storia della Banda della Magliana è esemplare. 

01 dicembre 2014

Il processo ( Franz Kafka)

Vorrei incontrare chi non si è mai sentito in colpa. Sì, anche quello che magari beccate spesso sull'uscio di casa, la barba fatta, il volto magari insipido ma senza macchia o paura, gli occhi lontani, l'animo impermeabile a qualunque sforzo, fatica o dannato impegno di questa vita che ci vive e ci muore dentro senza che possiamo fare nulla. Oppure la donna ineffabile, tanto bella che eppure si dà, quella che volteggia, circuisce eppure eccola lì, bella statuaria, irraggiungibile, come i cellulari, questo maledetto aggeggio che ormai domina la vita o la riempie, nel caso di esistenze che hanno bisogno di essere riempite. Come il mio portafoglio, per dire.
"Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., poiché un mattino senza che nulla avesse fatto di male, egli fu arrestato." 

25 novembre 2014

Con le peggiori intenzioni (Alessandro Piperno)

Lo so. A volte il titolo mi prende e porta via, come una passione insana e insanabile. E questo titolo ha quelle peculiarità. Poi l'ambientazione. Questa meraviglia delle meraviglie che tutti chiamano anni sessanta. Dove tutto poteva succedere, molto forse pareva accadere e poco, a stringere le conclusioni, fece succedere in seguito, se non un inesorabile stritolamento delle impossibilità allora apparentemente possibili. Italia era e Italia è rimasta, con qualche pseudo liberalizzazione in più e qualche corporazione che si è accorpata in corporazioni più grande. E qualche rigurgito xenofobo di sapor provinciale che ogni tanto qui e là goffamente fuoriesce, così stolto da essere quasi folkloristico, benché deprecabile.