30 giugno 2015

Misery non deve morire (Stephen King)

La vendetta del lettore. Quell'oscuro co-protagonista di ogni opera letteraria che prende in mano la situazione.
Non osate più turbare Annie Wilkies, vi prego, me ne avrei a male. Lei è particolarmente irritabile, potrebbe anche non perdonare, nella sua inumana e perfida dolcezza, in quel suo senso di amore ed amare che sfiora la più morbosa possessività. In fondo legge romanzi rosa, si è innamorata di un'eroina di una serie di largo successo, tal Misery, in fondo nella sua efferata natura serial killer si nasconde l'animo di una fanciullina in fiore, "sognosa" e trasognante, quasi una fiaba fatta di possente corporatura ed istinti indomiti e violenti. Sarà che è sola. Sarà che non ha un aspetto di quelli esattamente perturbanti, oppure che siano degni di sguardi concupiscenti. Sarà che magari abitare nella oscura, immensa, desertica ed asfissiante provincia statunitense, nel cuore di sterminate regioni fatte di pub, distributori di benzina, vaccari (cow-boys), neve e desolazione d'inverno e molto silenzio d'estate, sicuramente niente aiuta a socializzare ad essere socializzati, ad insomma sviluppare le più elementari capacità relazionali.

29 giugno 2015

La prosivendola (Daniel Pennac)

Di nome e cognome fa Benjamin Malauessene. Niente di anormale. Peccato che invece sia atipico il resto. L'età è indefinita, di stato civile è celibe ma è comunque innamoratissimo della procace giornalista Julie. Suo malgrado è come un padre famiglia di un nucleo composito e spropositato, ai limiti del surreale. Vivono tutti assieme allegramente e certo non si annoiano. Impossibile. Ci sono estremi, estremisti, quanto basta per tessere l'elogio della diversità. E poi il suo lavoro. Il capro espiatorio, non so se mi spiego. E la continua sfortuna di imbbattersi in accadimenti complicatissimi.

24 giugno 2015

Il giocatore invisibile (Giuseppe Pontiggia)

Il professore corre, si stanca, piange, si infuria. All’improvviso, sulle fondamenta nella sua cementificata attività lavorativa di sommo vate universitario, appaiono crepe destabilizzanti. E’ lui l’inesorabile ed irresoluto protagonista, anche quando non è presente o anche quando tace.
Questo è un romanzo dove la sostanza e le impressioni sono quelle non dette e non riportate, dove il silenzio e l’assenza sono molto più significative delle presenze di cera che si sciolgono al calore del fuoco della vita oppure delle parole che vengon dette solo per opportunità, casualità, abitudine.

23 giugno 2015

La polvere del Messico (Pino Cacucci)


Assaporare l'odore quasi reso di materia corporea di una terra ricca di storia e gravida di un' anima secolare e fierissima di sé, nonostante le sconfitte arrecate dal corso talvolta inumano della storia e le tante storie malinconiche e tristi, a volte puerilmente romantiche a volte invece densamente tragiche delle genti che popolano una nazione che per sempre rimarrà nel mio cuore: il Messico.
Infatti brilla già il solo ricordo di aver terminato la lettura una ventina di minuti prima di atterrare sul suolo messicano, causa un regalo improvviso e quanto mai azzeccato.