23 luglio 2015

Venite venite B- 52 (Sandro Veronesi)


Anni Sessanta, Italia, litorale della Versilia. Il paese è incontaminato e pieno di voglie, esistono scarse regole e nessuno che intenda seriamente far rispettare la legge. Tutto è possibile e l'impossibilità appare una parola ancora priva di senso, questo paese pare rinascere germogliando come fiore dalla terra arida delle sue contraddizioni sociali e psicologiche. Lo stranito e stupefatto protagonista è Ennio, proveniente da un ameno paesetto claustrofobico quanto basta ed ottuso fino al vomitevole, suonatore a tempo perso di sassofono nel mitico gruppo dei Los Locos, inappetenti al successo per DNA, che all'improvviso prende al volo la svolta della sua vita. Dalla proposta d'ingaggio per una intera stagione musicale presso stabilimenti e balere, si trova in mano l'incarico d'autista dell'affarista Saligari, tipico esponente della imprenditoria di quegli anni, spregiudicata e senza vincoli o lacci, ma ancora sufficientemente libera ed apolitica anche se ferventemente anti comunista e comunitaria, scevra da massonerie trasversali, capace di deturpazioni ed affari che di lecito non avevano nemmeno l'odore ma ancora assolutamente indipendente, avventuriera come una volta nel Far West.
Carpe diem.
Tutto cambierà. Anzi no.


Sardinia blues (Flavio Soriga)

Ecco, lo so, ci verrebbe da dire, aggiungere, togliere, misurare. Perché questo è un romanzo che induce all'azione, sia quel che sia. Parla di trentenni e non ai ventenni. Strano,come no. Tre ragazzi. L'avventura. La voglia, l'arsura. Magari anche la paura, perché il difficile è avere coraggio, come spesso mi dico e racconto agli altri, ogni giorno è difficile, ogni anno racchiude tante disperazioni, ma avvicinarsi ai trenta anni e superarli oggi non è un salto nel buio ma forse di più, con la sicurezza che finalmente quel nulla che ti pesava non è una sensazione, ma una reazione, azione, mozione. E soprattutto il farsi un sacco di pippe mentali con la paghetta settimanale e senza malattie gravi accertate può sfociare nella grafomania, ma non è arte. E' parodia, nulla, non esplode. 

22 luglio 2015

22/11/1963 (Sthepen King)


Carpe diem certo. Eppure però tutti vorremo tornare nel passato. Per cambiare il futuro, ovvero il nostro presente. Magari per azzeccare una combinazione al superenalotto che già conosciamo e fare soldi, mettersi a posto. O incontrare la donna o l'uomo giusto. Oppure.
Perché talvolta non si cerca il destino personale, da cambiare, ma quello dell'intera umanità. Per insomma rendere questa vecchia e malata terra migliore. Ma siamo sicuri che cambiare un episodio sia poi così conveniente, che quella illogica concatenazione di cause ed effetti di cui noi siamo meri attori e non registi non provochi il peggio, un male assai peggiore? Già. 

21 luglio 2015

Brucia Troia (Sandro Veronesi)


Bruciano stilemi e convenzioni, connvizioni sociali. Fuoco, fiamme e lampi di genio fino a sfiorare gli abissi della pazzia più folle, barlumi di amori sospirati ma mai abbracciati, scintille di speranza, roghi di illusioni. Ma poi anche fumo che soffoca, cenere, caos. E vento. Dispersione, disillusione, disincanto, frana, rovina. Frantumi, macerie e nessuna ricomposizione possibile di un magico e fragile puzzle esistenziale.
Non c'è pace ma molta guerra interiore nelle anime turbolente e illividite che vivono nel santuario presso la collina, dove un prete visionario e quasi ferocemente religioso accudisce con poca grazia, assieme a sgraziate suore, orfani senza nome né madre, orfanotrofio più o meno regolare.