Carpe diem certo. Eppure però tutti vorremo tornare
nel passato. Per cambiare il futuro, ovvero il nostro presente. Magari per
azzeccare una combinazione al superenalotto che già conosciamo e fare soldi,
mettersi a posto. O incontrare la donna o l'uomo giusto. Oppure.
Perché talvolta non si cerca il destino personale, da cambiare, ma quello
dell'intera umanità. Per insomma rendere questa vecchia e malata terra
migliore. Ma siamo sicuri che cambiare un episodio sia poi così conveniente,
che quella illogica concatenazione di cause ed effetti di cui noi siamo meri
attori e non registi non provochi il peggio, un male assai peggiore? Già.
Il professore Jake Epping non ne vuole sentir parlare di passato.
Ed oramai appartiene a quella categoria di uomini che con un mesto peso sulle
spalle vivacchiano con qualche interesse ma senza grandi stimoli. Colpa anche
della moglie alcolizzata, con la quale il rapporto burrascoso è stato oramai
troncato con la fuga di lei con un altro. Quando Al Templeton, proprietario di
un locale i cui hamburger grassi e saporiti costano incredibilmente poco lo
chiama con urgenza, non è particolarmente allarmato. Ma una certa inquietudine
gli prende a vedere il gestore del suo locale preferito invecchiato di colpo da
un giorno all'altro ed oramai preda di un cancro invincibile ed inesorabile.
Mica semplice e facilmente credibile la
soluzione di quella situazione. Al infatti confessa il segreto: viaggia nel
passato, attraverso un buco misterioso che ha scoperto nel suo magazzino. E
Templeton ha un chiodo fisso, prima di morire: salvare Kenendy dalla morte per
avere poi degli Stati Uniti m,no lacerati e contusi da recessioni varie ed
attacchi islamici. Insomma. Da un semplice buco temporale, rendere gli Usa ed
il mondo molto meglio, di più.
Epping ovviamente è stordito e confuso, ma ha
subito modo di provare che è vero. Attraverso quella sorta di porta invisibile
ci si trova effettivamente nel Maine, alle ore 11.58 del 9 settembre del 1958,
cinque anni prima circa dell'omicidio di J.F.K. Dovrà dunque sopravvivere e
comunque vivere svariati giorni e lunghi mesi, in quel passato, prima di poter
mettere in atto il suo (e di Al) piano e provare a rendere il mondo più felice.
Chissà se tutto andrà bene. Chissà se ci riuscirà. Chissà. D'altronde non avrà
di che annoiarsi. ha preso a cuore un paio di cause umane e minimali, di quelle
che non cambieranno la Storia ma la vita di due persone. In
quei cinque anni avrà da fare, certo
Ci sono però leggi che sembrano inderogabili. Il determinismo
folle ed entropico che regola la vita e lo svolgere del tempo. Epping prova a
combattere entrambi, prima che sé stesso e gli uomini. Che Dio o chi per lui
gliela mandi buona. Perché proverebbe capitare che quel passato gli si attacchi
addosso come un presente e non abbia più tanta voglia del suo futuro. Insomma,
senza perderci nei meandri spazio-temporali: un essere umano rimane tale, anche
se viaggia nel tempo.
Quindi, come dicevo, modificare lo svolgimento degli eventi, ma
non per vantaggi personali. Anzi. A parte che Templeton si approvvigionava di
carne profittando di poter scommettere su risultati di baseball a colpo sicuro
e per questo riusciva ad avere prezzi fenomenali. Peccato veniale, tutto
sommato: questa al chiave di volta del romanzo. Epping vuole cambiare il mondo,
non le proprie fortune o sfortune. Ma sarà il mondo, il passato, che potrà
cambiare lui. La vita rimane una sola e gli esseri umani rimangono tali.
Eccolo dunque quello che si può chiamare tranquillamente
capolavoro di genere. Al pari di celebrati romanzi dello scrittore come L'ombra dello scorpione. Un mero espediente fantastico, peraltro neanche troppo
originale permette la
perfetta costruzione di un romanzo di ottocento pagine che a dirla tutta, non
stanca mai. Questo è King, o chi per lui. Una ricostruzione storica perfetta,
con dettagli che lasciano allibiti, una storia che si riversa nei nostri gironi
pur radicandosi nel passato, pochi personaggi principali che fanno da perno
attorno a cui ruota tutta un'umanità meno densa ma palpabile. Come dire, i miei
ossequi allo scrittore.
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