06 agosto 2015

Tutti giù per terra (Giuseppe Culicchia)

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Walter cammina, corre, si perde, non si ritrova in questo mondo di moduli prestampati e dal sapore vagamente coercitivo oltre che di fattura prettamente burocratica, già scritti, come percorsi predefiniti. E allora lui si perde ma  qualcosa trova lui, qualcosa in cui NON credere, qualcosa in cui NON trovarsi. Prosegue, non si ferma, non è nato per stare fermo, anche se è chiaro, lui non riesce a trovare una direzione. Ed allora incroci, tangenziali, scorciatoie ma anche (e purtroppo) sensi unici, nel cammin di nostra vita. La strada è lunga, ma non c'è bussola che venga donata o magari vinta a qualche lotteria nazionale per la propria autodeterminazione al mondo, sicuro.

05 agosto 2015

Comici spaventati guerrieri (Stefano Benni)


Leone è morto, non giocherà più. E dire che a detta di molti poteva pure farcela, sfondare nel mondo del calcio, riscattare la sua vita e per indotto quella dei suoi tifosi, per finalmente abbandonare per sempre quei posti cementificati dove vive, disumani, annichiliti dal progresso che progredisce in qualche altra parte del mondo perché lì pare di essere rimasti al Medio Evo, peggio anzi, quantomeno siamo al Giurassico della società civile.

Il professore Lucertola, dalla filosofia realista e malinconica, non può darsi pace per questa subitanea e dolorosa morte. Anche poi pensando alla ragazza di Leone, la bella Lucia. Come d'altronde l'anziano professore, pure non si dà pace il giovane e scalciante Lupetto, che mirava e rimirava le arti calcistiche del morto a fucilate e sognava per lui, quasi che fosse una preghiera. Magari in fondo la rivolgeva a sé stesso, ma vabbé, è piccolo, crescerà.

04 agosto 2015

Guida galattica per autostoppisti (Douglas Adams)


L'universo non è poi così grande, fidatevi. Risulta più o meno complesso come lo stradario internettiano di una nostra città attuale, se si ha in mano la guida giusta. Nel caso serve quella Galattica per autostoppisti, se vuol andare a rimirare le stelle, i satelliti, i buchi neri e tutta quella bizzarra cosa fatta di galassie chissà che altro. Se ne rende conto anche il nostro Arthur Dent, uomo molto common e poco people, nel senso che è tipicamente tipico e senza grandi svolazzi, ma nello stesso tempo nutre qualche diffidenza sarcastica, schizofrenica a paranoica nelle giornate storte, nei confronti della gente umana tutta. Peraltro gli stanno distruggendo casa per fare spazio ad una tangenziale, anche se ha pagato le tasse ed aveva il condono edilizio ha il suo giusto momento no. Per fortuna che fa un incontro di quelli memorabili, che possono cambiare una vita o anche due, ovvero un alieno originario di Betelgeuse, Ford Prefect, uno dei tanti ghost-writer postmoderni che stanno acquisendo informazioni per la nuova redazione della Guida Galattica di cui si diceva, una di quelle uscite editoriali storiche e magiche che però devono rendere merito a chi non compare nei titoli di coda. 


31 luglio 2015

La vita segreta di J. Edgar Hoover (Anthony Summers)


Povero mister J. Edgar Hoover. Fa quasi pena. Un vero dramma. Una terribile condanna gli pende sul capo. Interi decenni a fare lo stesso lavoro. Alla faccia della flessibilità auspicata dal nostro Presidente Monti, oggi. Che lavoro, poi. Non sta in catena di montaggio, non scava per decenni nei tunnel angusti di una miniera, non coltiva patate nel deserto aspettando le piogge benefiche. Il suo è uno di quegli impieghi che meritano di far rispolverare una delle battute più citate ovunque, oramai più che da bar da social network, ovvero "è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo".
Già. Peccato che il suo sia un incarico non solo gravoso, ma uno di quelli decisivi per scrivere la vita, non quella tua personale, ma di decine e decine, centinaia di persone. Una attività che alla fine serve per allacciare i fili di quella massa disordinata e gelatinosa che qualcuno chiama trama della Storia. Perché alla fine mister Hoover, volenti o nolenti, di sicuro nella vita ha fatto una sola cosa: il direttore del FBI, l'agenzia investigativa federale degli Stati Uniti d' America, non la caserma di una sperduta frazione provinciale di uno stato fantoccio o similia. Bene o male che abbia fatto, ha letteralmente dominato una fetta assai consistente e preponderante, se non totalizzante, della vita interna di una nazione che a sua volta ha padroneggiato in lungo e in largo la storia del secondo Novecento e fino alla fine del secolo scorso, anno più anno meno. Gli Usa, come forse noto, erano il guru economico, sociale, politico e talvolta musicale dell'Occidente apparentemente onnipotente.
Mister Hoover, god bless you, forse.