Diciamo che gli ingredienti c’erano
tutti, anche troppo. Per stupire e magari per divertire. Un mondo
apparentemente alla deriva e privo di valori non fatui come quello attuale, un Dio
che per rilassarsi va a pesca e si perde 400 anni di umanità, un Gesù Cristo
che passa il tempo a fumare erba e strimpellando assieme niente di meno che
Jimi Hendrix. Alla fine tutto esile,a
volte stantio, molte trovate e poco spessore. Insomma un libro da ombrellone,
premesso che non amo questa frase perché non mi appartiene, in spiaggia ho
letto anche Faulkner e Kafka per dire e non stonavano affatto.
11 dicembre 2016
05 dicembre 2016
Esco a fare due passi (Fabio Volo)
Improponibile giovane Werther,
incline al romantico o all' intenso come Francesco Totti all'hockey su
ghiaccio, questo Volo senza ali, questo Volo con i piedi radicati a terra e
sprofondanti nella melma della banalità, sforna una sorta di diario confessione
che fa da splendido contraltare alle pseudo avventure erotiche della Melissa
P., regalando una lettura insipida come una saponetta dell'hard discount e
proponendo contenuti gustosi come uno yogurt scaduto. Moderno come
un'anticaglia ritoccata al computer, ironico come un testamento o un salmo
funebre, frizzante come l'acqua di una fontanella frigida e accaldata, questo
libro è un impressionante, sconfortante, indomabile affollamento di frasi già
sentite, di metafore (?) già ascoltate e di un linguaggio, falsamente gergale, da bar dello sport che probabilmente era vecchio già per il mio caro e defunto nonno.
07 novembre 2016
Un comunista in mutande (Claudia Pineiro)
Lessico famigliare. In salsa argentina. Il dolce suono dei ricordi,
anche se talvolta la memoria ingigantisce scrupoli e rumori e dimentica
facilmente i silenzi, gli ardori.
Un padre tanto scomodo ed
invadente, quanto imponente. Letteralmente amato, per quello che è, soprattutto
per le sue debolezze come solo una figlia e non un 'amante sa e può fare. Una
venerazione a volte sarcastica a volte estatica. Quel torace scolpito, quella
sua scontrosità impermeabile a tutto, quella sua insolenza anche nella vita di
coppia, quel modo che è il suo modo ed ogni papà è bello alla figlia sua,
parafrasando un celebre detto napoletano. Da non perdere, per la sua irridente
e sapiente semplicità, che ha bisogno di una lettura complice ed un approccio empatico.
Argentina, 1976. E niente sarà come prima neanche a casa Pineiro o come volete
chiamarli.
03 novembre 2016
Matematica congolese (In Koli Jean Bofane)
Parafrasando il Venditti di "Notte prima degli esami", quando la matematica diventa un mestiere. E lo dice chi spesso dà i numeri, ma raramente riesce a domarli. Célio sta sorridendo,
disteso sullo splendido letto del suo nuovo appartamento. È appena andato in
onda il suo impattante spot sull’emittente statale, è soddisfatto. Ora il mondo
spalanca le sue porte per lui, ormai un ex dei quartieri affamati di Kinshasa.
Un premio alla caparbia ostinazione e alla fiducia incondizionata nei poteri
della matematica, materia di cui è padrone. L’assoluto factotum delle manovre
presidenziali, il libidinoso Tshilombo, l’ha preso in simpatia. Il losco figuro
è la longa manus del Presidente, ultimamente vittima di rigurgiti democratici
che indeboliscono il suo dominio. Peccato che la sua guardia fidata, a cui ha
commissionato la sorveglianza di Célio, sia in preda ad oscure paure
ancestrali. Un mondo difficile, questo Congo, in cui il regime resiste, i ribelli
avanzano, l’Occidente preme per motivi di interesse. E Célio ripensa alla sua
infanzia infranta dalla guerra civile, al prete cui deve sostanzialmente tutto,
alla bella collega soggiogata dalla sua rapida ascesa.
Iscriviti a:
Post (Atom)