05 dicembre 2016

Esco a fare due passi (Fabio Volo)

Improponibile giovane Werther, incline al romantico o all' intenso come Francesco Totti all'hockey su ghiaccio, questo Volo senza ali, questo Volo con i piedi radicati a terra e sprofondanti nella melma della banalità, sforna una sorta di diario confessione che fa da splendido contraltare alle pseudo avventure erotiche della Melissa P., regalando una lettura insipida come una saponetta dell'hard discount e proponendo contenuti gustosi come uno yogurt scaduto. Moderno come un'anticaglia ritoccata al computer, ironico come un testamento o un salmo funebre, frizzante come l'acqua di una fontanella frigida e accaldata, questo libro è un impressionante, sconfortante, indomabile affollamento di frasi già sentite, di metafore (?) già ascoltate e di un linguaggio, falsamente gergale, da bar dello sport che probabilmente era vecchio già per il mio caro e defunto nonno.

07 novembre 2016

Un comunista in mutande (Claudia Pineiro)

Lessico famigliare. In salsa argentina. Il dolce suono dei ricordi, anche se talvolta la memoria ingigantisce scrupoli e  rumori e dimentica facilmente i silenzi, gli ardori.
Un padre tanto scomodo ed invadente, quanto imponente. Letteralmente amato, per quello che è, soprattutto per le sue debolezze come solo una figlia e non un 'amante sa e può fare. Una venerazione a volte sarcastica a volte estatica. Quel torace scolpito, quella sua scontrosità impermeabile a tutto, quella sua insolenza anche nella vita di coppia, quel modo che è il suo modo ed ogni papà è bello alla figlia sua, parafrasando un celebre detto napoletano. Da non perdere, per la sua irridente e sapiente semplicità, che ha bisogno di una lettura complice ed un approccio empatico. Argentina, 1976. E niente sarà come prima neanche a casa Pineiro o come volete chiamarli.

03 novembre 2016

Matematica congolese (In Koli Jean Bofane)

Parafrasando il Venditti di "Notte prima degli esami", quando la matematica diventa un mestiere. E lo dice chi spesso dà i numeri, ma raramente riesce a domarli. Célio sta sorridendo, disteso sullo splendido letto del suo nuovo appartamento. È appena andato in onda il suo impattante spot sull’emittente statale, è soddisfatto. Ora il mondo spalanca le sue porte per lui, ormai un ex dei quartieri affamati di Kinshasa. Un premio alla caparbia ostinazione e alla fiducia incondizionata nei poteri della matematica, materia di cui è padrone. L’assoluto factotum delle manovre presidenziali, il libidinoso Tshilombo, l’ha preso in simpatia. Il losco figuro è la longa manus del Presidente, ultimamente vittima di rigurgiti democratici che indeboliscono il suo dominio. Peccato che la sua guardia fidata, a cui ha commissionato la sorveglianza di Célio, sia in preda ad oscure paure ancestrali. Un mondo difficile, questo Congo, in cui il regime resiste, i ribelli avanzano, l’Occidente preme per motivi di interesse. E Célio ripensa alla sua infanzia infranta dalla guerra civile, al prete cui deve sostanzialmente tutto, alla bella collega soggiogata dalla sua rapida ascesa.

25 ottobre 2016

Il trono vuoto (Roberto Andò)

Metafisica del contemporaneo. Un partito politico importante. Un leadership inattaccabile da difendere. Sondaggi. Consenso. Ed una vita propria che sfugge, va via. Bisogna riprenderla. Enrico se ne va, di nascosto e senza dare spiegazioni. Il mondo non può girare attorno ad un segretario di partito. Meno male che ha un fratello gemello. Peccato che sia in centro di igiene mentale. Però alla fine meglio salvare le apparenze e sostituirlo, costi quel che costi. Anche se alla fine invece che il tracollo, l’inopinata ed ingiusta malefatta politica si rivela un successo. Il tutto su un piano speculativo. Con, per contrappasso,  sullo sfondo il sesso, inteso come istinto primordiale e salvifico, a giustificare la propria insoddisfazione. Che sia romantico o veloce, rimane l’unica certezza. Dura quasi un attimo, eppure appaga.