Barbagia. Fine ottocento. Bustianu, un avvocato senza remore. Una terra con le sue leggi e le sue storie, che mal digerisce oppure si accoppia in maniera insana e subdola con il governo centrale, che è lontano, oltremare. Una natura impervia non sempre benevola, dagli odori forti, da colori spesso vividi. E un sotto fondo di violenza, nuda e cruda, quasi archetipica. Ed una storia con qualche tinta noir che racconta a volte cose dell'altro mondo. Ed una lingua particolare, sostenutissima.
08 settembre 2016
23 agosto 2016
Opinioni di un clown (Heinrich Boll)
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A volte si fa buio, nelle notti
dell'anima, e puoi accendere le candele del sarcasmo oppure dell'odio, puoi
sperperare iridescenti fiammiferi di speranze, tentando con vigore e tenace
determinazione di illuminare spazi di comprensione oltremodo oscurati.
Quando il cuore si ribella.
Quando si instaura quella
particolare cecità che permette di disintegrare il buio, che fa luce su ogni
angolo oscuro.
Quando il cieco dolore
solamente ammantato di ironia piega e spezza ogni debole ipocrisia, quando la
rabbia viene stappata dalla bottiglia del dolore e fuoriesce, senza freni o
inibizioni di sorta e nessun bicchiere di pazienza per quanto capiente può raccoglierla
per intero.
Tutto questo accade quando un torrente di malinconia decide di arrivare al mare
delle conclusioni per quanto disperate ed indesiderate esse siano.
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Boll,
Heinrich Boll,
Opinioni di un clown,
romanzo
18 agosto 2016
Soli eravamo (Fabrizio Coscia)
Che ne sapete voi, di come sono gli artisti. Gente strana, per niente comune. Oppure talmente
ordinaria da mettere spavento. Così magari Cechov idolatra Tolstoj, quasi come
ne fosse innamorato e si sente svenire quando lo incontra. Oppure Proust e Joyce se
la tirano terribilmente e quando si incontrano non vorrebbero neanche
salutarsi, pensando io sono meglio di te. Oppure Kafka impietosito scrive lettere per una bambina che ha perso
la sua amata bambola. Un viaggio letterario ma non solo.
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Fabrizio Coscia,
recensione,
saggio,
Soli eravamo
La strada è la mia casa (Pia Petersen)
Hadrien, dopo aver
camminato ore per le strade della sua città, sta per uscire dalla biblioteca.
Adora passare tempo lì dentro. Magari non legge, ma solo osserva e palpa i
libri e si gode il silenzio, il caldo, l'apparente serenità. I libr lo
affascinano. Una volta aveva uan fornita biblioteca personale. Una volta.
Agli addetti chiede informazioni delicatamente, non si cura del fatto che il suo aspetto possa suscitare ribrezzo. La donna che è di turno al servizio utenti si sta avvicinando, l'orario di chiusura è già suonato, è ora di andare. Fuori fa freddo, i suoi vestiti laceri, il suo puzzo un fetore insopportabile.
Agli addetti chiede informazioni delicatamente, non si cura del fatto che il suo aspetto possa suscitare ribrezzo. La donna che è di turno al servizio utenti si sta avvicinando, l'orario di chiusura è già suonato, è ora di andare. Fuori fa freddo, i suoi vestiti laceri, il suo puzzo un fetore insopportabile.
09 agosto 2016
A mano armata. Vita violenta di Giusva Fioravanti, terrorista neo-fascista quasi per caso (Giovanni Bianconi)
Come un romanzo, ma tutto vero. Amori di piombo.
Perché si si amavano.
Non sono
impazzito, lo giuro. Non almeno nello scrivere questo pezzo. Perché esordire
con un titolo romantico per parlare di un libro che narra degli snodi cruciali
della veloce e feroce vita di Valerio Fioravanti, può sembrare se non blasfemo
quantomeno inopportuno. Perché lui assieme alla sua compagna Francesca Mambro
furono fra i più violenti terroristi neri di fine anni settanta ed furono i
leader indiscussi della formazione eversiva denominata NAR, Nuclei Armati
Rivoluzionari
Però si amavano. Come chiunque di voi, di noi, di altri. Non immediatamente, la
passione istantanea calda e libidinosa, l'attimo fuggente, il colpo di fulmine
e poi. Ma nel tempo, crimine dopo crimine. Come disse Freud, nel suo bel saggio
"Il disagio della civiltà", le due pulsioni essenziali che animano
l'essere umano sono Eros e Thanatos, amore e morte. E l'amore che fu e che è
tutt'ora fra i due può essere una lucida e limpida testimonianza della
asserzione del padre della psicologia. Si sono innamorati uccidendo a caso,
spezzando vite innocenti.
08 agosto 2016
La pelle (Curzio Malaparte)
Acido, corrosivo,
politicamente scorretto e anche di più. Umanamente senza freni, con passaggi al
limite di uno splatter ante litteram. Irriverente e sorretto da una varietà di registri stilistici
sorprendente, La pelle più
che un romanzo è un violentissimo pamphlet sull'esito della seconda guerra in
Italia. Si svolge prevalentemente a Napoli e nel finale tocca Roma e Firenze.
Uno serie di mirati strali, anticonvenzionali e feroci.
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Curzio Malaparte,
la Pelle,
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romanzo
04 agosto 2016
Gesti convulsi (Alessandro Bresolin)
Perdersi e non ritrovarsi. Cinque racconti. Cinque vite non proprio allo sbando ma sicuramente poco dirette e concentrate, più che altro smarrite, anzi deviate su binari sbagliati. Il cervello, la centrale di comando, ha dato coordinate errate, o forse sono state le intermittenze del cuore a far intraprendere strade impervie e che forse porteranno a nulla. Un classico direte voi ed allora è la novità, il linguaggio, il contesto.
16 luglio 2016
I ragazzi Burgess (Elizabeth Strout)
Quel che non sai tu, quel
che non so io. Epperò alla fine facciamo quadrato, che siamo nel mezzo di un cerchio
che ci stringe
Il preponderante Jim. L’afflitto
e amletico Bob. La complicata Susan. Gli ultimi due son gemelli, separati dalla nascita e con vite diverse, entrambi divorziati, l’altro è il fratello
più grande, ormai noto avocato, adulato da tutti, compresa dalla fedele ed
insicura moglie Helen. Se non che il figlio di Susan, il timido Zach, getta una
testa di maiale dentro una moschea della sua sperduta e amena cittadina del
Maine. Perché lì esiste un problema drammaticamente attuale come la convivenza
fra la neonata comunità somala e gli indigeni. Niente sarà come prima. Perché il
passato passa, anche quel drammatico incidente in cui pare che Bob abbia
causato al morte del apdre sfrenandogli il trattore addosso, a 4 anni. Ma la famiglia è famiglia. Forse.
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