Chissà quanti di noi nella vita sono stati almeno una volta come Giovanni Maimeri, l'io narrante di queste scorrevoli ma puntigliose e veloci pagine tutt'altro che superficiali come lui, ma anzi, dotate di un intimo spessore. Perché alla fine, tra le righe di questo romanzo, vien fuori anche questa domanda, fra le altre.
Tipica espressione di pochezza e arrangiamento all'italiana, convincente metafora o comunque incarnazione dello yuppismo anni ottanta, misurato e nello stesso tempo calibrato nel celebrare il piccolo grande sogno americano di ogni medio italiano provinciale,''Treno di panna'' è libro dalla trama semplice e dai contenuti incisivi. Un 'elegia compassata e compatta, per certi versi spasmodica ed allucinante più che melensa e romanticheggiante, del sognare l'America all'italiana.
25 marzo 2014
23 marzo 2014
La grande sera (Giuseppe Pontiggia)
Non so perché Pontiggia sia praticamente scomparso dal panorama della lettura. Autore maniacale e metodico, dedito alla scrittura, di grande onestà intellettuale e di grandi capacità descrittive senza ammorbarci con lo psicologismo spinto. Nel romanzo “La grande sera”, vincitore del premio Strega nel 1989, non appare speranza, non c’è sorriso, non c‘è luce, è un crepuscolare ed irrimediabile tramonto senza nemmeno troppo malinconici effetti da cartolina romantica anche postdatata. Un titolo azzeccato, dunque, stante ad indicare neanche troppo metaforicamente il preludio ad una notte dell’anima, con tutti i personaggi avviati verso la vecchiaia, alla disperata ricerca di un senso e di una direzione a volte blandendo una altra vita o radicali svolte che puntualmente rimangono irretite nelle paure a.
19 marzo 2014
Il meglio dei racconti (Dino Buzzati)
Spazio alla fantasia. Oltre le miserie quotidiane. Una minuziosa mappatura dei possibili terreni dell'altrove.
Parlare di Dino Buzzati (1906-1972) oggi è per me come ricordare un pezzo di vita. Incontrato sulla variopinta e variegata strada delle mie letture più di venti anni fa per via del suo accostamento al grande scrittore praghese Franz Kafka, che amavo. E poi studiato con passione puntigliosa come "oggetto" della tesi di laurea in critica letteraria. Non perché il veneto sia dunque il mio autore preferito, conoscendone forse più i difetti che i pregi, ma perché forse ingiustamente relegato in un cantuccio nel panorama narrativo italiano forse solo per motivi politici ed ideologici, visto che era conservatore e scriveva un genere estraneo all'imperante e talvolta ossessivo neo-realismo italiano oppure alle varie correnti dei manzoniani.
Un fantastico "old style" che regala sempre qualche brivido, che ti percorre e scorre, scuote le tue paure, fossero anche quelle più semplici, naturali, puerili, genetiche.
17 marzo 2014
La donna della domenica (Fruttero-Lucentini)

10 marzo 2014
Limbo (Melania Mazzucco)
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05 marzo 2014
Rosso Floyd (Michele Mari)

Tra le decine, centinaia di band
che affollano i palchi di tutti locali possibili ed immaginabili, da
un'anno a Londra si è accesa fra le altre la luce variopinta e
fibrillante dei Pink Floyd, gruppo effervescente e psichedelico,
guidato dal fantasmatico, fantasmagorico chitarrista Syd Barrett. Nel
gennaio 1968, dopo un lungo anno fatto di tensioni, malumori, brutte
figure, la band allontana il leader, preda di droghe e depressione e
lo sostituisce con un astro nascente, David Gilmour. Inizia l'era che
comunemente si suole definire appannaggio di Roger Waters, bassista
paranoico ma geniale, progressivamente poi divenuto leader
incontrastato del gruppo, quasi un padrone, fino ad inizio anni
Ottanta, domo il mitico e stra-venduto The Wall.
04 marzo 2014
I terribili segreti di Maxwell Sim (Jonathan Coe)
Uomini e no
Esistono
tanti modi di perdere. E per certi versi è una parte difficile
quella del perdente, impegnativa, poca remunerata peraltro,
materialmente ed emotivamente. Ma il signor Sim, 48 anni spesi male
e, purtroppo, senza accorgersene, sembra davvero a suo agio, nel
perdere tempo, occasioni. Però diciamocelo, che delusione, mio amato Coe.
La solitudine dei numeri primi (Paolo Giordano)
Un solo terrificante dolore. Fisco o morale che sia. Che segna l'anima e marca fuoco, in maniera indelebile ed inesorabile, il resto della vita.
Non si può dimenticare, non si può far finta di nulla.
Purtroppo.
La storia di due rette parallele che si incontreranno solo nell'infinito, non nella vita
Tanto per esempio, ho sopportato dei lacrimanti et stucchevoli e mielosi celebrati testi (da Ammanniti a Brizzi arrivando al mitico e deprecabile Moccia e la decantata Avallone) che insomma, un giudizio positivo gli si dà volentieri.Magari aspettando la seconda prova, non avendo paura della generosità.
Non si può dimenticare, non si può far finta di nulla.
Purtroppo.
La storia di due rette parallele che si incontreranno solo nell'infinito, non nella vita
Tanto per esempio, ho sopportato dei lacrimanti et stucchevoli e mielosi celebrati testi (da Ammanniti a Brizzi arrivando al mitico e deprecabile Moccia e la decantata Avallone) che insomma, un giudizio positivo gli si dà volentieri.Magari aspettando la seconda prova, non avendo paura della generosità.
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