21 luglio 2015

Brucia Troia (Sandro Veronesi)


Bruciano stilemi e convenzioni, connvizioni sociali. Fuoco, fiamme e lampi di genio fino a sfiorare gli abissi della pazzia più folle, barlumi di amori sospirati ma mai abbracciati, scintille di speranza, roghi di illusioni. Ma poi anche fumo che soffoca, cenere, caos. E vento. Dispersione, disillusione, disincanto, frana, rovina. Frantumi, macerie e nessuna ricomposizione possibile di un magico e fragile puzzle esistenziale.
Non c'è pace ma molta guerra interiore nelle anime turbolente e illividite che vivono nel santuario presso la collina, dove un prete visionario e quasi ferocemente religioso accudisce con poca grazia, assieme a sgraziate suore, orfani senza nome né madre, orfanotrofio più o meno regolare. 

01 luglio 2015

Occhio per occhio (Sandro Veronesi)


Dalle lontane lande russe, fredde e per certi versi spietate e ciniche nelle sue efferate e contorte sentenze di giudizio, alle assolate e più notorie terre californiane, dove sole, benessere e american dream non impediscono comunque la messa a morte anche se di criminali assassini, anche se solamente sbandati teen ager.
Quattro storie, tratte dalla cronaca, vere e documentate. Russia, Usa e poi dal caotico, dittatoriale Sudan, infestato dal morbo delle ideologie religiose e dove s’annida e germoglia il tragico seme del fondamentalismo alle funeste e fustigabili leggi di Taiwan, paese che si ammanta di essere l’unica Cina democratica ma che punisce con la massima e assolutistica pena un rapimento, considerato molto più nocivo e dannabile di un omicidio nel suo ordinamento. Ecco Veronesi versione saggio romanzato, sull'orme dell'inimitabile Truman Capote di A sangue freddo.

A sangue freddo (Truman Capote)

La famiglia Clutter è quasi plastica nel suo morigerato incarnare il modello familiare agricolo di un nucleo che vive nel Middle west statunitense, Holcomb precisamente, nelle sterminate pianure del Kansas che sono una sorta di granaio per l'intera sterminata nazione. Herbert è il padre padrone, self made man, lineare quanto e quando si può, fiero di sé stesso, apparentemente senza mai un dubbio, una debolezza, una. Poi ci sono la moglie Bonnie, classica madre di famiglia e due figli poco più che adolescenti, Nancy, e poi il ragazzo, Kenyon. Due ragazzi come tanti, forse un po' di più, forse un po' di meno. Finiranno male, purtroppo. Tutti. L'ennesima tragedia dettata dalla follia umana. Siamo della stessa sostanza dei sogni poetava il buon Shakespeare, ma a volte somigliamo più ad incubi paurosi. Perché questa famiglia, con le sue rigidità, le sue aspirazioni, le sue abitudini, il suo lavoro, sparirà in poche ore da incubo. 

30 giugno 2015

Misery non deve morire (Stephen King)

La vendetta del lettore. Quell'oscuro co-protagonista di ogni opera letteraria che prende in mano la situazione.
Non osate più turbare Annie Wilkies, vi prego, me ne avrei a male. Lei è particolarmente irritabile, potrebbe anche non perdonare, nella sua inumana e perfida dolcezza, in quel suo senso di amore ed amare che sfiora la più morbosa possessività. In fondo legge romanzi rosa, si è innamorata di un'eroina di una serie di largo successo, tal Misery, in fondo nella sua efferata natura serial killer si nasconde l'animo di una fanciullina in fiore, "sognosa" e trasognante, quasi una fiaba fatta di possente corporatura ed istinti indomiti e violenti. Sarà che è sola. Sarà che non ha un aspetto di quelli esattamente perturbanti, oppure che siano degni di sguardi concupiscenti. Sarà che magari abitare nella oscura, immensa, desertica ed asfissiante provincia statunitense, nel cuore di sterminate regioni fatte di pub, distributori di benzina, vaccari (cow-boys), neve e desolazione d'inverno e molto silenzio d'estate, sicuramente niente aiuta a socializzare ad essere socializzati, ad insomma sviluppare le più elementari capacità relazionali.