“E’ una piccola compressa bianca,
ovale, divisibile. Non crea né trasforma; interpreta. Ciò che era definitivo,
lo rende passeggero, ciò che era ineluttabile, lo rende contingente”.
La pillola
si chiama Captorix.
E Florent Claude Labrust ne fa uso, per avere qualche grammo
di felicità e smaltire i chili di angustia e tonnellate di insoddisfazione che
gli pesano sul petto e sul resto del
corpo e lo incatenerebbero allo spegnimento irreversibile, morte assoluta o
parziale, comunque non vita. Depressione la chiamano, e non si scherza, è una malattia come e più del Covid-19.
Non è bello sentirsi zombie, diciamocelo, ammesso che i non morti siano in grado di sentirsi, nessuno lo sa, perché non gli è stato mai chiesto.