06 febbraio 2015

Dance, dance, dance (Haruki Murakami )

Un  protagonista encomiabile e inattaccabile nel romanzo in questione. Uno che fa il maschio doc, di un certo livello certo. Uno che dimentica eppure ricorda anzi poi ricorda di dover scordare. Uno che è distratto ma si ripromette sempre di rimediare, quando sarà. Uno che ama ma poi non ama più o forse semplicemente ama altrove, in un quando, in un dove, in un forse. Come gli dice una delle non molte donne avute, "torna sulla luna, lì stai bene". Certo. I marziani non sono per questa terra si direbbe. Se non altro per incompatibilità di oroscopi. Nessuno può predire il futuro ad uno che con la testa sta in un'altra galassia. Come la mettiamo con la geometria dell'universo? Vogliamo o no che questo futuro sia veramente da predire e soprattutto lo possiamo anche conoscere?
Ok diciamolo. I conti non tornano. E questo libro è un' apoteosi della operazione matematica più famosa del mondo: due più due non fa quattro, a volte tre o cinque ma comunque il risultato è variabile.

Kafka sulla spiaggia (Haruki Murakami)

Credo capiti a tutti. Le dimensioni parallele, il contatto fra mondi estranei e intangibili, a volte non intelligibili, vorremmo capirli e toccarli eppure eccolo lì che succede, tutto sfugge e l'unica soluzione è la rassegnazione, domani è un altro giorno e si vedrà. 
Cosa è? Quella particolare confusione che nasce quando per un qualche misterioso motivo che può essere anche inesistente oppure prende forma e sostanza vengono a contatto sogno e realtà. Sia ben inteso. Per sogni non intendiamo i nostri meri desideri, quelle nostre pulsioni egoistiche a volte emotive a volte cervellotiche. Intendiamo solo i sogni. E basta. E per realtà non intendiamo solo la solida densità corporea delle cose che annusiamo, vediamo, tocchiamo. Insomma. Si parla di due mondi, che a volte diventano uno e non è detto che l'accoppiamento risulti poi così amoroso e romantico, passionale e dinamitardo. Anzi. Può succedere che il risultato sia abominevole, quasi un aborto, un tornare indietro, un non permettere che le vicende che scaturiscono da questo abbraccio siano davvero così degne di. 
Vivere è anche questo, volenti o dolenti, dionisiaci o apollinei che siamo, stiamo qua e allora viviamo, che amiamo vivere, fino alle estreme conseguenze. 

05 febbraio 2015

L'arte di una vita inutile (Alfio Caruso)

Canta. Che magari poi ti passa. Suona, suona ancora, Willy, che la gente ha voglia di divertirsi di nuovo, dopo che son passati i duri tempi della guerra. Ora eccoti di nuovo a Catania, dall’America che ti salvò la pelle. Dato che prima della Seconda guerra mondiale fosti coinvolto, per caso, per destino o per magia in un “ammazzamento” e t’aspettava la galera, senza ombra di dubbio. Ma si sa, se hai qualche amico, di quegli “amici” che girano da quelle parti, nulla è impossibile. Hai un asso nella manica, Willy, sei nelle grazie di Lucky Luciano, il boss dei due mondi, cacciato dagli Usa come indesiderato ma capace ancora di tessere le fila ed intavolare lucrosi affari con la politica. 

28 gennaio 2015

Vite di uomini non illustri (Giuseppe Pontiggia)




Non so se qualcuno ricorda una canzone di Francesco De Gregori del 1985, che recitava "la storia siamo noi". Bene. Quel pezzo, sebbene probabilmente scritto per altri intenti, mi fa da sottofondo ideale a questo testo di Giuseppe Pontiggia, narratore lombardo recentemente scomparso, scrittore di notevoli doti e di discreto successo e probabilmente estraneo alle mafie intellettuali ed editoriali. 

Il testo in questione è composto da diciotto capitoli, brevi come un racconto ma lunghi come diciotto esistenze, sorta di schede anagrafiche ma non solo, delimitate da nascita e morte del personaggio principale, rigorosamente con luogo, data e modalità. Storie comuni, brandelli di vita, istanti cruciali.


26 gennaio 2015

Storia dell'assedio di Lisbona (Josè Saramago)


Cosa succederà a Lisbona se nel 1147 i crociati veramente decidessero di non aiutare le truppe portoghesi stanziate alle porte, pronte a liberare la città dalla dominazione araba? E come conseguenza come si metteranno le cose nelle vita di un modesto e riservato correttore di bozze se è proprio lui a modificare il corso degli eventi mediante una semplice, infantile e quasi giocosa apposizione di un "non" ad un manuale rigoroso o quasi, che descrive quella storia e che a lui è stato assegnato per lavorarci sopra onestamente?
No ragazzi, niente fantascienza già abusata, niente fiction massmediatica e "gran-fratellosa", stavolta davvero fate i seri e non prendetevi sul serio, questo è solo un denso ma affascinante romanzo vero, si parla dell'umano e dei suoi a volte melodici e malinconici voli pindarici, volti solo a provare l'ebbrezza del volo, quasi come un pulcino che all'improvviso seppur goffo, si rifiuta di fare il pollo a vita. Con il benestare della gallina di turno. Sconsigliato di leggere a chi cerca solo nidi decrepiti, certezze fragili, umori fradici. Qui si parla di passione ed amore, forti e labili, incerti e vigorosi come solo i sentimenti sanno fare. Quando tutto va bene alla faccia di una negazione.


18 gennaio 2015

Everyman (Philip Roth)

Una storia impervia, densa ma scorrevole che con 116 pagine presenta il resoconto di una esistenza, quella del protagonista indiscusso ed indiscutibile della storia, che però troviamo all’inizio essere sepolto nella fossa. E allora andiamo a conoscerlo, perché ci viene raccontato con approfonditi, letali flashback.
Tre matrimoni, affetti di ogni tipo, fatti ed antefatti ed una continua sola missione: la vita, costi quel che costi, perché è la cosa più bella e più brutta che ci è data e che è destinata a finire, qualunque cosa tu faccia. Chiaro che quando arriva la morte si fanno i bilanci e si ha paura, quando le forze decadono, l’egocentrismo vacilla e si piangono lacrime di coccodrillo anche se tutto sommato si è stati talmente bravi da avere solo successi e denaro, ma anche poi l’inevitabile solitudine, perché tutto si paga, anche il conto degli affetti.
 
 

23 dicembre 2014

La storia dell'amore (Nicole Krauss)

Era uno di quei giorni così. Ero in libreria per due titoli che volevo assolutamente comprare. Poi come spesso mi accade, forse perché roba di nicchia, non li trovo, anzi, bisognerebbe ordinarli sostiene la commessa molto paffuta e per nulla attraente. Non mi arrendo, non sia mai e mi capita allora fra le mani questo corposo volume, con la solita anonima e romanticheggiante copertina delle edizioni Guanda, stile harmony floreale.
Mi dico perché no. Il titolo quasi aulico ed imperativo , in qualche misura altisonante. Magari può far sospettare un suadente e mucciniano trattato di sapore Mocciano, pieno di luoghi comuni e baci e abbracci e ti amerò per sempre. Oppure si presume che trattasi di una vibrante e magari schizofrenica digressione sulla passione, i sentimenti, le catarsi, le fisicità dell'amare.
Invece, alla fine, vi dirò, si rimane stupefatti, perché si trova un intenso, malinconico e sorprendente romanzo, di notevole fattura, in questi tempi di produzioni letterarie dove il melenso ed il già visto -già sentito abbondano nelle librerie.

16 dicembre 2014

Le correzioni (Jonathan Franzen)

Una tranquilla famiglia americana. Di quelle che. Quelle che insomma, qua e là le dicono normali. Che lavorano, lavano i piatti, educano i figli. E per carità, pagano le tasse, per quello che si può. Pregano. Amano. Odiano. Fanno figli. Per dire, una di quelle famiglie che non vanno in televisione, ma fanno la nazione, una nazione che tale non è nata per caso o per follia, ma che poco tempo fa faceva tanta invidia e che una volta, non lontana, dominava il mondo ed ora si trova dominata, cose che succedono. Ma non ditemi che nessuno lo sapeva, fatta di queste persone, che sotto sotto pensano che la felicità può essere acquistata al supermercato, la serenità non è tassata ma neanche è una rendita e la carta di credito una password per accedere ai misteri della vita, svelandone i perché.