Di nome e cognome fa Benjamin Malauessene. Niente di
anormale. Peccato che invece sia atipico il resto. L'età è indefinita, di stato
civile è celibe ma è comunque innamoratissimo della procace giornalista Julie.
Suo malgrado è come un padre famiglia di un nucleo composito e spropositato, ai
limiti del surreale. Vivono tutti assieme allegramente e certo non si annoiano.
Impossibile. Ci sono estremi, estremisti, quanto basta per tessere l'elogio
della diversità. E poi il suo lavoro. Il capro espiatorio, non so se mi spiego. E la continua sfortuna di imbbattersi in accadimenti complicatissimi.
29 giugno 2015
24 giugno 2015
Il giocatore invisibile (Giuseppe Pontiggia)
Il professore corre, si stanca, piange, si infuria.
All’improvviso, sulle fondamenta nella sua cementificata attività lavorativa di
sommo vate universitario, appaiono crepe destabilizzanti. E’ lui l’inesorabile
ed irresoluto protagonista, anche quando non è presente o anche quando tace.
Questo è un romanzo dove la sostanza e le impressioni sono quelle non dette e
non riportate, dove il silenzio e l’assenza sono molto più significative delle
presenze di cera che si sciolgono al calore del fuoco della vita oppure delle
parole che vengon dette solo per opportunità, casualità, abitudine.
23 giugno 2015
La polvere del Messico (Pino Cacucci)
Assaporare l'odore quasi
reso di materia corporea di una terra ricca di storia e gravida di un' anima
secolare e fierissima di sé, nonostante le sconfitte arrecate dal corso
talvolta inumano della storia e le tante storie malinconiche e tristi, a volte
puerilmente romantiche a volte invece densamente tragiche delle genti che
popolano una nazione che per sempre rimarrà nel mio cuore: il Messico.
Infatti brilla già il solo ricordo di aver terminato la lettura una ventina di minuti
prima di atterrare sul suolo messicano, causa un regalo improvviso e quanto mai
azzeccato.
18 giugno 2015
Il visconte dimezzato (Italo Calvino)
Il
bene e il male. Il brutto ed il bello, i poli che si attraggono e respingono e
fanno sussultare questa strana strana forma di esistenza chiamata vita.
Quando il giovane visconte Medardo, in compagnia del fido scudiero Curzio viene
spaccato a metà da una palla di cannone durante una battaglia in Boemia, sul
finire del Seicento, ecco che inizia la favola delle favole. L'archetipico e
pluri-raccontato tema del doppio. Con dei classici memorabili ormai nella memoria collettiva
Il cavaliere inesistente (Italo Calvino)
Nella
infinita guerra che i Franchi hanno intrapreso contro gli infedeli, tra i
cristiani c'è anche Agilulfo. Non è un paladino come gli altri, perché non ha
corpo, è solo un'armatura. Misteri della fede. Il cavaliere vive e combatte
solo con la forza di volontà. Non è molto simpatico agli altri, che hanno tutti
rigorosamente il loro corpo in carne ed osssa, anzi, talvolta sono persino
troppo robusti o troppo grassi. Sono in eccesso, quanto Agilulfo in difetto.
Un siffatto cavaliere non può attirare che invidie ma anche esercitare fascino,
sta nelle cose.
17 giugno 2015
Per dove parte questo treno allegro (Sandro Veronesi)
Saga di
sentimenti e istinti, di sfide all'assurdo e all'impossibile fatte con la
lucida coscienza di sfidare, anche se non sempre sembra un gioco.
E si avverte una forte e vivida forza di avere, dettata dal richiamo
inesorabile del legame familiare, che riesce a scollare l'anima dall'apatia: la
voglia di giocare. Ancora. E di più.
Anche se
non sembra possibile. Anche.
In barba alle convinzioni ed alle convenzioni.
Eccolo, un libro dimenticato, come le feste nazionali, come il precariato
intellettuale, come.
Quando.
Adesso.
Storia semplice: un padre appena sfuggito agli strali dei finanzieri per
celebrare il suo presunto moralismo che non trova scampo ai suoi donchisciotteschi investimenti
da imprenditore incapace, cerca (e trova ma non trova) il proprio figlio in una
Roma sonnolenta e calda, anzi afosa, in un estate fine anni ottanta e gli
chiede, anche se ciò costa i rimbrotti velleitari e mai cinici, di fargli un favore.
La banda della magliana (Gianni Flamini)
Un pugno allo stomaco. Un conato di vomito. Una rabbia sorda e cieca.
Leggere alcuni libri fa male, ti graffia il cuore, ti fa sentire indignato,
perso, sconfitto. E soprattutto ti fa vergognare di essere in una nazione
corrotta e corporativa, dove dietro la facciata esteriore si nasconde di tutto
e di più e alle spalle del cittadino comune vengono commessi efferati delitti e
variegate ruberie.
Per capire il DNA italiano, per arrivare a
comprendere lo sfacelo attuale delle istituzioni, per avere insomma consapevolezza
di quanto fango si è accumulato e stratificato negli anni ebbene la storia
della Banda della Magliana è esemplare.
16 giugno 2015
Il mare delle verità (Andrea De Carlo)
Ci sono narrative surgelate. Che puoi
scongelare al forno microonde dell'indifferenza e della apatia.
Succede. Slanci ed entusiasmi veri brividi estetici che ti hanno scosso le
intime fibre dell’anima dedita al bello vengono letteralmente freddate. Perché poi
ci si cade, inevitabilmente, nell’essere succube delle tue stesse aspettative.
Ci sono pseudo innamoramenti, vaghi sentori di letture che sai ti
disgusteranno. Però hanno un certo maliardo e sensuale fascino. I ricordi. Le
passate speranze, leggendo pagine asciutte e dense, uno di quei miracoli che il
romanzo sa fare.
Per cui.
Per quello che.
Leggere è anche immedesimarsi, attendere,
sperare che una frase ti accenda quel fuoco che credevi si stesse spegnendo.
Il miracolo di accendere.
Iscriviti a:
Post (Atom)