Naomi ora ha paura.
Associarsi alla stolta sete di vendetta di Emre per vendicare l’uccisione del
loro amato all’Eton l’ha messa nei guai. E quella operazione in incognito è
finita in un bagno di sangue. La sua compagna occasionale, sfrontata e ingenua,
è già morta, orribilmente seviziata e lei ancora si dibatte nel dilemma se
essere una polizotta modello oppure cedere agli istinti e cercare giustizia da
sola. Il noir alla gallese procede spedito, in un melting pot strutturale e linguistico che mischia con gusto tradizioni statunitensi ed anglosassoni.
04 ottobre 2017
Uccidimi (Bill James)
Tag:
Bill James,
noir,
recensione,
romanzo,
uccidimi
26 aprile 2017
Augustus (John Edward Wiliams)
Si può immolare la propria vita e quella di
molti moltissimi altri in nome di un’idea, anzi un ideale? E siamo davvero
sicuri che la comune brama di successo e potere, il coronamento della propria
esistenza con il titolo di imperatore non abbia i suoi lati negativi?
Eccolo,
chiedetelo all’Ottaviano Augusto, un uomo comune con una vita
straordinaria anche grazie al suo talento politico, di questo romanzo, meno
filosofico dell’Adriano dello Yourcenar ma decisamente più terreno e a suo modo
fragile della figura mitica che i suoi agiografi hanno voluto tramandare ai
posteri.
Tag:
Augustus,
John Edward Wiliams,
recensione,
romanzo
23 aprile 2017
La macchia umana (Philip Roth)
“Non puoi sapere nulla. Le cose che sai... non le sai.
Intenzioni? Motivi? Conseguenze? Significati? Tutto ciò che non sappiamo è
stupefacente. Ancor più stupefacente è quello che crediamo di sapere.”
Nella storia di Coleman Silk, professore
universitario costretto alla pensione, si crede di sapere tutto ed invece
sfugge sempre qualcosa, o lo si minimizza e il dramma alla fine si impone come
unico filo conduttore. Dai rapporti famigliari, alle vicissitudini e alle scelte
discutibili fatte personalmente, ai terribili giochi che ci regala il destino,
ebbene c’è un sotteso senso di cupio dissolvi.
Silk viene cacciato dall'università con l'addebito di un accusa grave ma dalle motivazioni futili. Lui, che aveva tiranneggiato l'ateneo per decenni. La moglie muore di dolore a vederlo così sconfitto ed irritato. Poi conosce una donna delle pulizie ed uno scrittore appartato che si interessa al caso. Il resto verrà da sé. Anche l'oscuro passato del professore.
Silk viene cacciato dall'università con l'addebito di un accusa grave ma dalle motivazioni futili. Lui, che aveva tiranneggiato l'ateneo per decenni. La moglie muore di dolore a vederlo così sconfitto ed irritato. Poi conosce una donna delle pulizie ed uno scrittore appartato che si interessa al caso. Il resto verrà da sé. Anche l'oscuro passato del professore.
Un Roth maestoso ed
apocalittico, nonostante quella sua leziosità verbosa volta secondo me a
pavoneggiarsi e specchiarsi nella sua scrittura aggrovigliata e claustrofobica. Ma romanzo ben architettato, verrebbe da dire "perfetto".
Tag:
la macchia umana,
Philip Roth,
recensione,
romanzo
22 aprile 2017
Golk (Richard Stern)
Pensavate che tutto fosse nato con Maria de Filippi, il Grande fratello, Le iene. Vi sbagliate, voi non conoscevate ancora il golkismo ed il suo padre padrino.
E ora che è entrato stabilmente nello staff di Golk, Hondorp comincia a nutrire ambizioni. Non si capacità neppure di collaborare attivamente assieme all’astro nascente nella televisione di intrattenimento statunitense degli anni ’50 del Novecento. Certo ha dovuto accettare di vedere di il padre protagonista in uno degli acclamati reality show del suo mentore, ma alla fine, alla soglia dei quaranta anni aveva deciso di liberarsi della iper-protettiva figura paterna, che lo aveva ibernato in un dolce far-nulla in nome dell’amore, e lo inebria ora cercarsi una strada nella New York di quegli anni. E nulla sarà come prima.
Tag:
Golk,
recensione,
Richard Stern,
romanzo
13 febbraio 2017
Il Signore delle mosche (William Golding)
"Dolci ore sono perite qui,
Questo è un luogo timoroso -
Entro i suoi confini hanno giocato speranze
Ora inerti nella tomba"
(Emily Dickinson)
Questo è un luogo timoroso -
Entro i suoi confini hanno giocato speranze
Ora inerti nella tomba"
(Emily Dickinson)
Davvero credevate che il
male venisse da Internet? Che la atttualissima mania del cyberbullismo, così trendy come
preoccupazione adesso, sia una conseguenza dei social network e derivati? Non è
così. La crudeltà esisteva già. Anche quella degli adolescenti. Il bene, il
male. Il coraggio, la paura. L’avventura. La fame. La sopravvivenza. Il
desiderio di ritornare a casa. I rifugi, le fughe, le lotte. E tutto con in
primo piano dei bambini ( e qualche pre- adolescente, direi, di età indefinita
a cavallo dei dodici anni). Considerato un classico per antonomasia,
psicologista (psicotico?) dalla prima
all’ultima riga.
18 dicembre 2016
Lolita (Vladimir Nabokov)
“Ognun sta solo sul cuor
della terra / ed è subito sera” (Salvatore Quasimodo, cit.).
Lolita, fuoco dei miei
lombi. Lo so la conoscete questa frase. No, la storia non ve la racconto.
Immagino che la sappiate tutti. Voglio dire Lolita da personaggio letterario è
diventato fenomeno e marchio (lolitismo) della memoria collettiva, come sono
oramai nel lessico comune kafkiano o bovarismo. Per via diretta o indiretta. Un
consiglio: non cercate moralità, o
insegnamenti. Il romanzo non li dà e Nabokov stesso in una illuminante postfazione
li esclude.
Tag:
Lolita,
Lolitismo,
recensione,
romanzo,
vladimir nabokov
11 dicembre 2016
A volte ritorno (David Niven)
Diciamo che gli ingredienti c’erano
tutti, anche troppo. Per stupire e magari per divertire. Un mondo
apparentemente alla deriva e privo di valori non fatui come quello attuale, un Dio
che per rilassarsi va a pesca e si perde 400 anni di umanità, un Gesù Cristo
che passa il tempo a fumare erba e strimpellando assieme niente di meno che
Jimi Hendrix. Alla fine tutto esile,a
volte stantio, molte trovate e poco spessore. Insomma un libro da ombrellone,
premesso che non amo questa frase perché non mi appartiene, in spiaggia ho
letto anche Faulkner e Kafka per dire e non stonavano affatto.
Tag:
A volte ritorno,
David Niven,
recensione,
romanzo
05 dicembre 2016
Esco a fare due passi (Fabio Volo)
Improponibile giovane Werther,
incline al romantico o all' intenso come Francesco Totti all'hockey su
ghiaccio, questo Volo senza ali, questo Volo con i piedi radicati a terra e
sprofondanti nella melma della banalità, sforna una sorta di diario confessione
che fa da splendido contraltare alle pseudo avventure erotiche della Melissa
P., regalando una lettura insipida come una saponetta dell'hard discount e
proponendo contenuti gustosi come uno yogurt scaduto. Moderno come
un'anticaglia ritoccata al computer, ironico come un testamento o un salmo
funebre, frizzante come l'acqua di una fontanella frigida e accaldata, questo
libro è un impressionante, sconfortante, indomabile affollamento di frasi già
sentite, di metafore (?) già ascoltate e di un linguaggio, falsamente gergale, da bar dello sport che probabilmente era vecchio già per il mio caro e defunto nonno.
Iscriviti a:
Post (Atom)