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30 giugno 2024
Tutto sarà perfetto (Lorenzo Marone)
Tag:
Lorenzo Marone,
Marone,
recensione,
romanzo
24 febbraio 2016
Baci scagliati altrove (Sandro Veronesi)
Quando i baci partivano in orario, forse in stazione d'arrivo ci trovavi un poco d'amore, o comunque un appuntamento per un futuro migliore. ma quando sono cominciati i ritardi, le distrazioni, le detrazioni fiscali e non, allora un caos calmo ti conquista e ti sorprende. E allora se non più in orario, Veronesi ci suggerisce che tutti diventano baci scagliati, ma altrove, fuori bersaglio o addirittura fuori dalla realtà. Una raccolta riuscita e per certi versi soprendente.
Malgrado il racconto sia un genere sostanzialmente inviso ai
lettori italiani.
25 novembre 2015
Castelli di rabbia (Alessandro Baricco)
L'altro giorno
non so perché ero alla stazione Termini, Roma, caput mundi secoli fa, la città
delle città, si diceva una volta. Ma era una volta, ed ora è svoltata, né a
destra né a sinistra ma verso un precipizio. Alla biglietteria, dopo una fila
nervosa ed estenuante invece che il solito biglietto per il mio tragicomico e
sferragliante regionale che ci mette anni per coprire metri, ho chiesto
all'addetto un biglietto per Quinnipack. Ovviamente non era disponibile,
perché quella città non esiste, anche nei nostri tempi, di alte velocità, Tav,
trasporti veloci e comodi certe mete sono irraggiungibili esattamente come i
vostri cellulari a volte sordi e ciechi, senza campo, voce, senza nulla.
Ho abbandonato sul momento l'idea di un viaggio così,non valeva la pena di. Ma mi sarebbe piaciuto, per un giorno, visitare questo luogo che non c'è, come a volte mi sarebbe stato gradito fare un salto a Macondo di cui mi parlò un certo sudamericano di qualità ineccepibile quale Gabriel Garcia Marquez. Perché, come forse avrete intuito in questa realtà a volte amara a volte solo incomprensibile, a mio parere solo la letteratura può regalare un cambio di prospettiva ed offrire una nuova geografia mentale e spirituale. Il potere della parola logora chi non ce l'ha.
Ho abbandonato sul momento l'idea di un viaggio così,non valeva la pena di. Ma mi sarebbe piaciuto, per un giorno, visitare questo luogo che non c'è, come a volte mi sarebbe stato gradito fare un salto a Macondo di cui mi parlò un certo sudamericano di qualità ineccepibile quale Gabriel Garcia Marquez. Perché, come forse avrete intuito in questa realtà a volte amara a volte solo incomprensibile, a mio parere solo la letteratura può regalare un cambio di prospettiva ed offrire una nuova geografia mentale e spirituale. Il potere della parola logora chi non ce l'ha.
Quinnipack è
solo la capitale del regno fantastico e realistico, allo stesso tempo, che
Alessandro Baricco, nell'ormai lontano, ahimé, 1991, costruì, anzi architettò,
per dare spazio, ambiente e aria ad una serie di personaggi che erano ad un
bilico, ossessionati da qualche meravigliosa e delirante, fatua ossessione ma
convinti di poterla non solo desiderare, ma anche realizzare.
06 agosto 2015
Tutti giù per terra (Giuseppe Culicchia)
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23 luglio 2015
Venite venite B- 52 (Sandro Veronesi)
Anni Sessanta, Italia,
litorale della Versilia. Il paese è incontaminato e pieno di voglie, esistono
scarse regole e nessuno che intenda seriamente far rispettare la legge. Tutto è
possibile e l'impossibilità appare una parola ancora priva di senso, questo
paese pare rinascere germogliando come fiore dalla terra arida delle sue
contraddizioni sociali e psicologiche. Lo stranito e stupefatto protagonista è
Ennio, proveniente da un ameno paesetto claustrofobico quanto basta ed ottuso
fino al vomitevole, suonatore a tempo perso di sassofono nel mitico gruppo dei
Los Locos, inappetenti al successo per DNA, che all'improvviso prende al volo
la svolta della sua vita. Dalla proposta d'ingaggio per una intera stagione
musicale presso stabilimenti e balere, si trova in mano l'incarico d'autista
dell'affarista Saligari, tipico esponente della imprenditoria di quegli anni,
spregiudicata e senza vincoli o lacci, ma ancora sufficientemente libera ed
apolitica anche se ferventemente anti comunista e comunitaria, scevra da
massonerie trasversali, capace di deturpazioni ed affari che di lecito non
avevano nemmeno l'odore ma ancora assolutamente indipendente, avventuriera come
una volta nel Far West.
Carpe diem.
Tutto cambierà. Anzi no.
21 luglio 2015
Brucia Troia (Sandro Veronesi)
Bruciano stilemi e convenzioni,
connvizioni sociali. Fuoco, fiamme e lampi di genio fino a sfiorare gli abissi
della pazzia più folle, barlumi di amori sospirati ma mai abbracciati,
scintille di speranza, roghi di illusioni. Ma poi anche fumo che soffoca,
cenere, caos. E vento. Dispersione, disillusione, disincanto, frana, rovina.
Frantumi, macerie e nessuna ricomposizione possibile di un magico e fragile
puzzle esistenziale.
Non c'è pace ma molta guerra
interiore nelle anime turbolente e illividite che vivono nel santuario presso
la collina, dove un prete visionario e quasi ferocemente religioso accudisce
con poca grazia, assieme a sgraziate suore, orfani senza nome né madre,
orfanotrofio più o meno regolare.
Tag:
Brucia troia,
recensione,
romanzo,
Sandro Veronesi
01 luglio 2015
Occhio per occhio (Sandro Veronesi)
Dalle lontane lande
russe, fredde e per certi versi spietate e ciniche nelle sue efferate e contorte
sentenze di giudizio, alle assolate e più notorie terre californiane, dove
sole, benessere e american dream non impediscono comunque la messa a morte
anche se di criminali assassini, anche se solamente sbandati teen ager.
Quattro storie, tratte dalla cronaca, vere e documentate. Russia, Usa e poi dal
caotico, dittatoriale Sudan, infestato dal morbo delle ideologie religiose e
dove s’annida e germoglia il tragico seme del fondamentalismo alle funeste e
fustigabili leggi di Taiwan, paese che si ammanta di essere l’unica Cina
democratica ma che punisce con la massima e assolutistica pena un rapimento,
considerato molto più nocivo e dannabile di un omicidio nel suo ordinamento. Ecco Veronesi versione saggio romanzato, sull'orme dell'inimitabile Truman Capote di A sangue freddo.
17 giugno 2015
Per dove parte questo treno allegro (Sandro Veronesi)
Saga di
sentimenti e istinti, di sfide all'assurdo e all'impossibile fatte con la
lucida coscienza di sfidare, anche se non sempre sembra un gioco.
E si avverte una forte e vivida forza di avere, dettata dal richiamo
inesorabile del legame familiare, che riesce a scollare l'anima dall'apatia: la
voglia di giocare. Ancora. E di più.
Anche se
non sembra possibile. Anche.
In barba alle convinzioni ed alle convenzioni.
Eccolo, un libro dimenticato, come le feste nazionali, come il precariato
intellettuale, come.
Quando.
Adesso.
Storia semplice: un padre appena sfuggito agli strali dei finanzieri per
celebrare il suo presunto moralismo che non trova scampo ai suoi donchisciotteschi investimenti
da imprenditore incapace, cerca (e trova ma non trova) il proprio figlio in una
Roma sonnolenta e calda, anzi afosa, in un estate fine anni ottanta e gli
chiede, anche se ciò costa i rimbrotti velleitari e mai cinici, di fargli un favore.
05 novembre 2014
XY (Sandro Veronesi)
Scenario bucolico, quasi da cartolina,
di quelle di nicchia, provinciali ed in bianco e nero che significano
magari l'Italia che non c'è più e che forse mai c'è stata, ma ce l'hanno
fatta solo immaginare. Siamo dunque in un ordinario paese montanaro di
un Italia che sopravvive alla storia. Si chiama Borgo San Giuda e già il
nome è un programma, visto che il nome del santo è uno di quelli
quantomeno scomodi, visto che è uguale al massimo traditore del figlio
di Dio.
I nomi non fanno il destino, magari non sempre.
Un cavallo sconsolato torna sul sentiero innevato senza il carico di passeggeri. Deve essere successo qualcosa. Probabilmente non di piacevole. L'inquietante ombra di una tragedia che con molta probabilità si sta abbattendo su San Giuda ed i suoi pochi, stizzosi, archetipici abitanti.
Tutti con qualche tara, tic, rimorso, rimuginio, rinsavimento, risacca. Sarà che spesso, dato il posto isolato e le ataviche tradizioni secolari, gli incroci fra uomini e donne si sono via via rinseccoliti e infradiciati ed allora si sa, se ci si sposa una cugina o un fratellastro succede qualcosa che non va.
Comunque la slitta vuota era annunciatrice di morte. Perché risalendo il sentiero si trova un mitico albero ghiacciato che lampeggia come un mefistofelico ornamento natalizio di rosso sangue.
I nomi non fanno il destino, magari non sempre.
Un cavallo sconsolato torna sul sentiero innevato senza il carico di passeggeri. Deve essere successo qualcosa. Probabilmente non di piacevole. L'inquietante ombra di una tragedia che con molta probabilità si sta abbattendo su San Giuda ed i suoi pochi, stizzosi, archetipici abitanti.
Tutti con qualche tara, tic, rimorso, rimuginio, rinsavimento, risacca. Sarà che spesso, dato il posto isolato e le ataviche tradizioni secolari, gli incroci fra uomini e donne si sono via via rinseccoliti e infradiciati ed allora si sa, se ci si sposa una cugina o un fratellastro succede qualcosa che non va.
Comunque la slitta vuota era annunciatrice di morte. Perché risalendo il sentiero si trova un mitico albero ghiacciato che lampeggia come un mefistofelico ornamento natalizio di rosso sangue.
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Sandro Veronesi,
XY
04 novembre 2014
Caos calmo (Sandro Veronesi)
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Si può scrivere decentemente di tutto. Anche come addormentare il caos. Come tutti i libri, anche questo romanzo di Sandro Veronesi può (o non può) avere diverse letture, interpretazioni, messaggi evidenti o altri criptati. Ad anni di distanza dalla sua lettura io credo che il suggerimento principale, metodicamente e brillantemente portato avanti nel testo è l'impossibilità di continuare a pensare di poter cavalcare il folle mare delle possibilità che la vita offre e ti addossa sulle spalle e ti spinge nel cuore. Che insomma, seppur abbiamo disordini ed entropie varie che ci agitano corpo ed anima e cervello, la prima cosa è capire che non sempre fermarsi significa perdere oppure alzare bandiera bianca. A volte è solo e semplicemente salutare, mettere un punto ed andare a capo, assimilando la nostra vita a pagine scritte che riempono fogli bianchi su fogli bianchi, cioè i nostri giorni, i nostri pensieri.
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Caos Calmo,
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recensione,
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Sandro Veronesi
17 agosto 2014
La forza del passato (Sandro Veronesi)
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Insomma, bando alle ciance.
30 aprile 2014
Gli sdraiati (Michele Serra)
Se per Nanni Balestrini "Gli invisibili" erano i protagonisti degli anni Settanta, se per Sandro Veronesi "Gli sfiorati" erano i pubescenti degli anni Ottanta, se a suo tempo Moravia parlò della sua generazione adottando l'etichetta di indifferenti, nel 2013 arriva Michele Serra e afferma che la generazione adolescenziale a noi coeva è etichettabile come "Gli sdraiati". Ipse dixit ovviamente.
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04 aprile 2014
Gli sfiorati (Sandro Veronesi)
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Cosa resterà degli anni Ottanta? Sì lo so, lo cantava Raf in un'amena canzonetta, tempo fa. Pardon. Se ne parla ancora molto, oggi, di quel decennio. Anni così diversi da ora, a sé stanti, così intorpiditi ed aleatori. E così c'è chi si immalinconisce, perché erano gli anni della adolescenza, ormai perduta e li ammanta di nostalgia senza ritegno. Ma c'è anche chi li detesta oppure chi invece li idolatra e difende a spada tratta, elencandone mode, invenzioni, irrequietezze, tremori ed amori.
Parliamo di opinione comune, non di letteratura.
Gli anni Ottanta sono passati, non ci piove. E non ci nevica. E non sta certo a me decretare quanto peso, o sapore hanno lasciato negli anni a venire. Ma questo romanzo di Veronesi, autore del successo editoriale "Caos calmo", nell'allora nel 1991 alla sua seconda prova narrativa, è insieme all'incompleto ma storico "Rimini"di Tondelli, probabilmente il più significativo, meno retorico, moralista o banale narrato su quegli anni. Mio parere, ovvio. E ovviamente trattasi di sensazione. A volte la letteratura è intuizione. Questione di chimiche narrative, di sapienze scrittorie, di.
Anche se la contestualizzazione e l'eventuale trama potrebbero lasciar pensare ad un normale romanzo su alcune morbosità di certi amori fuori dalle righe.
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