C’e un vecchio blues che mette in dieci semplici parole di sincero
dolore una cosa che dante ha impiegato I 42 capitoli della Vita nuova
per dire: i love my baby, but my baby don’t love me. Amore Dante, ma soprattutto vita nuova. Sean ha
deciso, entrerà a far parte del gruppo musicale di sua sorella. Gli altri tre membri accettano con
gioia la novità, visto che la ricerca si stava protraendo troppo a lungo. E
ormai dopo settimane di suonate avventurose, alla meno peggio, dove capitava, per parchi e vicoli di strada, è
ora di fare sul serio. Solo che Robbie intuisce subito il fascino carismatico
del nuovo arrivato e già sente morsi di gelosia.
Più forte di lui. L’agognata Trez, anche se è
solo sua sorella, sembra avere un feeling particolare con quel fratello grande,
bello e disincantato. E poi bisognerà vedere come questa personalità forte
possa andare d’accordo con l’egocentrismo eccentrico di Fran, almeno
creativamente il leader del gruppo, anche e non solo per i suoi gusti elitari
ed il suo look stravagante e bisessuale. Da tempo incuriosisce non solo il college,
ma l’intera Luton. In effetti il suo arrivo come figlio adottivo dal Vietnam in
Irlanda e poi in questa cittadina grigia ma viva ha segnato un’infanzia
certamente tormentata.11 novembre 2015
Non sparate sul cantautore (Claudio Bernieri)
É il 2 aprile 1976. Dopo un
pomeriggio di tensione, un gruppo di autonomi piomba sul palco del Palalido di
Milano, tutto esaurito per l’occasione, dove si sta esibendo Francesco De
Gregori, noto cantautore romano, reduce dallo stratosferico successo del suo
album “Rimmel”. Un vivace scambio di battute, forse qualche spintone, certo
qualche insulto. Si tratta comunque della sceneggiatura di un processo che le
frange estremiste ex parlamentari della sinistra antagonista fanno ad uno dei
più celebrati cantautori di successo, sulla base del concetto che la musica è
di tutti ed un “compagno” come lui non può esibirsi con un biglietto che costa
ben 1500 lire di allora.
Due mesi prima un artista del
calibro di Lou Reed, non certo uno tutto pop e lustrini, a suon di bottigliate
era stato costretto a interrompere lo spettacolo, nel medesimo posto. Ed un
anno dopo, sempre nel capoluogo meneghino Santana verrà messo in fuga nel mezzo
della sua acclamata esibizione live. Se la musica aveva strappato spazio a
poesia e romanzo ed era diventata lo strumento di contestazione, ora ne diviene
il bersaglio.
10 novembre 2015
24:00:00 (Federico Guerri)
Ma cosa ne possiamo sapere noi, adesso, di cosa può essere o non essere l’amore, in un’epoca in cui un solo colpo di click ti connette a centinaia, migliaia di persone distanti migliaia di chilometri?Undici personaggi eccentrici, stravaganti e speso stralunati, tutti in qualche modo mossi e sommossi dalla scritta che da tutto il mondo si vede campeggiare tra le nuvole, con la sua aria di minaccia e di cataclisma inevitabile.
Una scritta che non ammette repliche. E' un conto alla rovescia. E chissà cosa succederà una volta terminato.
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14 ottobre 2015
Storia di un minuto (Antonio Oleari, Renzo Stefanel)
Sempre emozionante,
almeno per me, apprendere la cronaca dettagliata di come e dove si costruisce
un disco importante e non volgarmente “pop”. Dei tanti perché, come e dove. Se
poi il disco in questione ha degli eccelsi meriti e soprattutto , per quanta vuota
retorica possa sembrare, ha fatto la storia, nel suo piccolo, ebbene, la
lettura si fa sempre più avvincente.
Nell' autunno del
1971, Milano, nei nuovissimi studi di incisione della. Fonorama, tecnicamente
all'avanguardia, stanno lavorando duramente in tanti. Come in molti altri studi
di tutto il mondo, perché sono anni dove il rock, inteso più che altro come movimento
e non mero genere, dilaga. Più di tutti sgobbano Franz di Cioccio, batterista,
Marco Pagani violinista e flautista, Flavio Premoli tastierista, Giorgio
Piazza, bassista e Franco Mussida chitarrista ed altro. Il nome del gruppo è
quantomeno inusuale, Premiata Forneria Marconi e la loro musica quantomeno
atipica per il provinciale scenario italiota. Fanno la cosidetta musica
“progressive” e di certo sono tra i più bravi e noti del genere, nel nostro
paese, con nulla da invidiare forse ai mostri sacri anglosassoni del genere,
specie i King Crimson, ritenuti a torto o ragione i loro padri putativi.
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18 settembre 2015
Uomini che odiano le donne (Stieg Larsson)
Partiamo dal presupposto
che talvolta la chiave di volta per apprezzare un romanzo è magari
l'ambientazione. Magari per curiosità di sapore meramente geografico, più che
etnico o addirittura antropologico Quando ero giovane (sigh) visitai la Svezia
e mi innamorai dei suoi paesaggi, dei suoi silenzi, dei sorrisi gioviali della
gente riservata ma non fredda, di quell'aria tersa e libera. Una nazione ricca
e per certi versi ambigua, sempre all'avanguardia circa le politiche sociali ma
poi funestata da una strana tendenza autodistruttiva. La rutilante introduzione
non è comunque caso. Spiega e motiva già da ora il giudizio ed il motivo di
interesse per leggere 670 pagine, in poco tempo peraltro, di un genere
narrativo che frequento poco, come il giallo classico, benché ami alla follia
due giallisti sui generis, assolutamente fuori dalle righe come il primo Pennac
e il prolifico Lansdale.
17 settembre 2015
Se tornasse Natale ( Giacomo Cacciatore)
Bruno sta vomitando. Più
che la strada di montagna è la presenza di Vicio Miraggio, attuale compagno
della madre, a rendergli la vita impossibile. Lui è in attesa ancora di suo
padre Natale, scomparso causa lupara bianca e della cui assenza non se ne fa
una ragione, specie da quando in casa è comparso questo cantante melodico
egocentrico e arrogante con cui è sempre in contrasto. Ma la madre Consuelo non
era più in grado di vivere da sola e ne accetta i miseri difetti, la sorella
Jennifer è troppo in balia degli ormoni e passa il suo tempo a prendere e
lasciare ragazzi, l’unica amica di famiglia è Ramona che però di mestiere fa la
prostituta. Allora a Bruno non rimane che la bacchetta di mago Silvan e la
ricerca di improbabili magie, mentre in questa Palermo calda e suadente le voci
girano, tutti sanno di tutto e neanche i killer di Natale alla fine possono
stare tranquilli, nemmeno Miraggio, con quella sua pazzia di concupire la
moglie di un boss. E nonostante gli avvertimenti nemmeno tanto velati perseguire
con quella sua pazzia senza senso.
26 agosto 2015
Paura alla scala (Dino Buzzati)
Provate a pensare il mestiere di scrivere come
un lavoro artigianale. Di quelli di una volta, che ora come ora soccombono e
cedono il passo alla più redditizia industria, alla produzione seriale, che
cullata beatamente dai meccanici e inarrestabili congegni del mercato globale,
divora (ha divorato) il fai-da-te retto da estro e tradizione. Provate che ne
so ad immaginare il lavoro di uno scrittore come quello di qualche umile
falegname che però per Dna conosce i trucchi del mestiere e saprà regalarvi
splendidi mobili in legno senza apparente fatica, ma pregni di grande maestria.
Magari solo per un colpo di sega, od un equilibrio miracoloso fra le singole
parti, anche se la struttura è arte "povera". Ecco "Paura alla
scala", raccolta di racconti di Dino Buzzati, è un museo di creazioni
poste in opera da un artigiano sapiente, che ha ottimizzato strumenti e
materiali della sua officina fantasiosa.
25 agosto 2015
Piccola guerra perfetta (Elvira Dones)
Paura. Terrore. Orrore. Errore. La guerra uccide, non
ammette repliche, divide, non unisce. La guerra è bestiale. Anche se alla fine
la combattono solo gli uomini, per ragioni a volte squisitamente politiche e
non di sopravvivenza.
Rea sta festeggiando il suo compleanno. E' giovane,
piacente, brucia di vita. É leggermente alterata, perché il suo ragazzo, un
brillante giovane giornalista, non ha voluto fare l'amore. Chissà come, chissà
perché. La sua fida amica Nita, più grande di lei e già professoressa
all'università, libera, indipendente, fa del tutto perché quel giorno assomigli
ad una festa. Perché purtroppo tutto rema contro. Fuori ci sono esplosioni. Ma
non sono fuochi d'artificio per Nita. Anzi. È il 24 marzo 1999. Siamo a
Pristina, capoluogo del Kosovo, provincia serba a maggioranza albanese. I
kosovari vorrebbero staccarsi dalla Serbia, come già prima han fatto, versando
sangue, Croazia e Bosnia.
Siamo in guerra. Proprio quel giorno infatti
aerei della Nato hanno cominciato a bombardare la zona per indurre Miloševic,
presidente ultranazionalista della Serbia, a fermare la pulizia etnica e
abbandonare la regione e lasciarla libera di autodeterminarsi.
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