Parafrasando il Venditti di "Notte prima degli esami", quando la matematica diventa un mestiere. E lo dice chi spesso dà i numeri, ma raramente riesce a domarli. Célio sta sorridendo,
disteso sullo splendido letto del suo nuovo appartamento. È appena andato in
onda il suo impattante spot sull’emittente statale, è soddisfatto. Ora il mondo
spalanca le sue porte per lui, ormai un ex dei quartieri affamati di Kinshasa.
Un premio alla caparbia ostinazione e alla fiducia incondizionata nei poteri
della matematica, materia di cui è padrone. L’assoluto factotum delle manovre
presidenziali, il libidinoso Tshilombo, l’ha preso in simpatia. Il losco figuro
è la longa manus del Presidente, ultimamente vittima di rigurgiti democratici
che indeboliscono il suo dominio. Peccato che la sua guardia fidata, a cui ha
commissionato la sorveglianza di Célio, sia in preda ad oscure paure
ancestrali. Un mondo difficile, questo Congo, in cui il regime resiste, i ribelli
avanzano, l’Occidente preme per motivi di interesse. E Célio ripensa alla sua
infanzia infranta dalla guerra civile, al prete cui deve sostanzialmente tutto,
alla bella collega soggiogata dalla sua rapida ascesa.
03 novembre 2016
25 ottobre 2016
Il trono vuoto (Roberto Andò)
Metafisica del contemporaneo. Un partito politico importante. Un leadership inattaccabile
da difendere. Sondaggi. Consenso. Ed una vita propria che sfugge, va via.
Bisogna riprenderla. Enrico se ne va, di nascosto e senza dare spiegazioni. Il
mondo non può girare attorno ad un segretario di partito. Meno male che ha un
fratello gemello. Peccato che sia in centro di igiene mentale. Però alla fine
meglio salvare le apparenze e sostituirlo, costi quel che costi. Anche se alla
fine invece che il tracollo, l’inopinata ed ingiusta malefatta politica si
rivela un successo. Il tutto su un piano speculativo. Con, per
contrappasso, sullo sfondo il sesso,
inteso come istinto primordiale e salvifico, a giustificare la propria
insoddisfazione. Che sia romantico o veloce, rimane l’unica certezza. Dura quasi un attimo, eppure appaga.
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19 ottobre 2016
Il figlio ( Philipp Meyer)
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14 ottobre 2016
Ricordami così ( Bret Anthony Johnston)
Paura, dolore. E soprattutto il senso di colpa, che attorciglia
istanti, violenta cervelli e stringe forte la presa sin quasi a far mancare il
respiro. Si pensa sempre di non fare il proprio dovere, da genitori, di far
mancare qualcosa al figlio ed allora ci si umilia e ci si frusta, peggiorando
di fatto le cose. La famiglia Campbell sembrava una famiglia felice, di quelle
che diciamo da pubblicità Barilla. Poi è scomparso Justin, il primogenito. I tre rimasti, padre, madre e secondogenito, hanno sfaldato tutto, la propria autostima, il passato, il presente ed il futuro. Nulla rimane uguale. Si differenziano legami intimi, la reciprocità, la condivisione, anche l'affetto. E l'improvviso ritorno dello scomparso, dopo una vicenda
tenebrosa se non orrida, invece di essere una catarsi diventa un problema.
12 ottobre 2016
Camerata Neandertal (Antonio Pennacchi)
Un vero e proprio outing. Mentre lo trasportano al
Policlinico Gemelli di Roma, Antonio Pennacchi pensa che in fondo è un uomo
fortunato. Secondo infarto, sempre in prossimità di pubblicazioni che lo hanno
impegnato a fondo ma anche liberato di tensioni artistiche ed espressive, con
l’impossibilità di esser curato a dovere a Latina, la cittadina che ama e dove
vive. Ma ce la farà. Roma lo aiuta ed in fondo lo ispira da quando è poco più
che un bambino. Ma Latina, la vecchia Littoria dei tempi del Duce, in realtà è
il crocevia dei tanti suoi ricordi, Certo, uno dei motivi principali che lo
animano da quando ha smesso di lavorare e si è laureato in Lettere è quello di
ristabilire alcune verità storiche, anzi preistoriche. Veramente l’Homo Sapiens
è tale oppure è una commistione di razze? L’urbanistica ha regalato alla sua
terra natia una dignità oppure è stato solo il solito affare gestito male dalla
politica e da speculatori? Pennacchi forse soffre di cuore perché ci tiene
troppo a dire la sua verità.
11 ottobre 2016
Itaca per sempre (Luigi Malerba)
Riscrivere un totem, ma senza nerbo. La prima epopea occidentale. E, probabilmente, la più famosa. L’odissea. E da lì iniziò la narrativa occidentale, dicono gli storici. Come non resistere al suo fascino. E come non restare ammaliati da Ulisse, comprimario risolutivo nella prima parte e protagonista assoluto della seconda parte del poema. E qui ce lo ritroviamo quasi alla fine. quando approda alla sua amata, agognata ( e a volte obliata, Circe dixit) Itaca, dove Penelope la moglie è sempre più bella e concupita e gli altri suoi cari non faticano a riconoscerlo subito, nonostante il travestimento. Ma Penelope prende tempo, non si sa mai. Vedi le donne, quante ne sanno.
Giulia 1300 e altri miracoli (Fabio Bartolomei)
L'isola che non c'è.
Forse.
La condivisione.
L'amore. Una vita che abbia una direzione se non certa perlomeno non affannata.
Diego, Fausto, Claudio e Sergio. Più che un poker d'assi un quartetto senza
archi e per lo più stonato. Stonato dalla vita dal lavoro, dall'amore
(ammesso che tale sia) oppure semplicemente da un carattere limitato.
E così i quattro, più per insofferenza che per voglia, aprono un
agriturismo in Campania, sfruttando un casale a prezzo d'acquisto conveniente.
Ma le magie non ci sono ed appunto serviranno miracoli, vuoi per propria od
altrui incapacità.
L’allegra banda che presto crescerà di numero ha infatti
dimenticato un po' di cose. I propri limiti, il proprio vissuto e soprattutto la camorra, la
corruzione, l'immigrazione clandestina ed una Giulietta 1300 che sotterrata per
evitare guai, ha lo stereo che si accende ad intermittenza e trasmette musica
classica. E non si spegne.
08 settembre 2016
L'altro mondo (Marcello Fois)
Barbagia. Fine ottocento. Bustianu, un avvocato senza remore. Una terra con le sue leggi e le sue storie, che mal digerisce oppure si accoppia in maniera insana e subdola con il governo centrale, che è lontano, oltremare. Una natura impervia non sempre benevola, dagli odori forti, da colori spesso vividi. E un sotto fondo di violenza, nuda e cruda, quasi archetipica. Ed una storia con qualche tinta noir che racconta a volte cose dell'altro mondo. Ed una lingua particolare, sostenutissima.
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