05 novembre 2024

La rossa di Bukowski (Pamela Wood)

Scoprire  the bright side of the moon di Bukowski tramite un amicizia virtuale che poi tale non era. Letto comodamente seduto, su un treno a binario fisso, andata e ritorno come se fosse un lavoro ed invece è amor paterno. E lo scrittore americano lo trovi come non te lo fanno leggere mai, non quello tutto birra e rutti oppure semplicemente solo senza peli sulla lingua, pluricitato sul web anche se magari la frase postata non è la sua ma che importa, il marchio, il brand, fa il contenuto e Bukowski per questo ce lo vendono e per questo lo comprano. Nel resoconto autobiografico di parte di una sua compagna, musa a lungo sospirata dall' alcolico scrittore statunitense, emerge il quadro di un uomo con mille difetti ma anche pregi, preda di paure comuni e molto fragile, troppo fragile, da  somigliare persino, nella sua cupa, cieca sofferenza, all'urlo di munchiana memoria espresso non con un'immagine, ma con scritti, vari ed eventuali, specchio di uno strazio e di una differenza, di non accettare ma comunque subire le leggi innate del mondo, che quelle davvero chissà chi le ha scritte.

Lothar (Fabrizio Fondi)

A Marsiglia potrebbe essere una sera come tante ma non lo è. Siamo allo Stade Velodrome e tutto  è pronto. Fra pochi minuti saliranno sul palco i Katartica, dopo un lungo ed obbligatorio silenzio che li aveva visti interrompere un tour sino allora trionfale. Uno dopo l’altro sono già ai blocchi di partenza il  funzionale bassista Bruno, il magico e genialoide chitarrista Bebo e il dirompente e gigantesco batterista Larry. Fra poco sul palco salirà lui, il cantante, l’urlo salirà altissimo, anche perché lo stop imprevisto e di molti mesi è dovuto proprio al suo terribile incidente, in cui ha rischiato la vita ed ha dovuto sottoporsi a mesi di cure ed interventi chirurgici. Lothar è dietro il palco, sul primo scalino per salire, ma esita. Sarà come sempre, è rimasto lo stesso? Oppure qualcosa è cambiato, qualcosa di irrimediabile e senza ritorno?  Perché è come ci sia una scissione tra Lothar e il cantante  l’uomo, anzi il cresciuto ragazzo, che lo impersona. Vito l’instancabile manager della band, osserva prima preoccupato, poi furente, è disposto a tutto perché quell’essere che ha creato lui, come dice e crede, non faccia una ragazzata. Ci sono in gioco il futuro suo e del gruppo, parliamo di milioni, mica noccioline . Deve intervenire, deve spingerlo, non si può più aspettare dopo giorni tremendi, mille paure, centinaia di accorgimenti e forse in fondo pure qualche preghiera, anche da non credente. La gente fuori ormai è al massimo, tutta l’adrenalina possibile impregna l’aria… 

Poesie (Endre Ady)

"Sento che da lontano vengono altri.
Ma il lontano dov’è, dove il vicino?
E dove nel mezzo,
stazioni?”
Suggerimento. Suggestionato. Soggiogato.
Perché la storia di un casuale incontro tra uno studente di letteratura italiana e la poesia di Endre Ady, sconosciuto ungherese, nel 1991, può, tranquillamente, anche riassumersi in mere tre parole. Anche perché stavolta la recensione per vari e svariati motivi e imposizioni non è possibile nei suoi canonici, consueti ed archetipici stilemi. Tutto ciò nasce dalla lettura (obbligatoria) per un esame di "Letterature comparate", su un testo, Armando Gnisci, "Il colore di Gaia". Azzurro",Carucci editore, 1989. Testo di per sé utopico, una ricerca di concordanze e discordanze fra le letterature del mondo, alla ricerca forse di una pietra filosofale. O di qualche magia cattedratica al sapor di re Mida.
Qui è solo una serie di sensazioni e qualche notizia. Perché certo che non si tratti né del primo né dell’ultimo caso di denuncia di brillante operazione per rimozione e cancellazione, per motivazioni ardue da poter sostenere oppure anche lontanamente spiegare. Per le notizie rimando alle forzatamente scarne note.
Poi.

04 novembre 2024

L'arminuta (Donatella di Pietrantonio)

“Nel tempo ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. "

A  volte ritornano. Ma è una ritornare alle origini che diventa sequela interminabile di giorni dell’abbandono, accendendo un fuoco, la necessità di una rivoluzione a quella vita da arminuta, ovvero, traducendo il termine dialettale abruzzese, la ritornata.
"Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più da chi provenivo" 
Una sorta di sliding doors, ma niente ambientazioni d'oltreoceano bensì appunto un verisimile Abbruzzo, tra mari e monti
Torto, ragione. Paure, emozioni sentimenti. E turbe indecisioni folle sterminate di ansie e timori. Perché sì, è la famiglia naturale, ma lei è stata adottata a pochi giorni. Non è facile  I fratelli, al massimo sono amici e neanche tanto in amicizia, di mamma non parliamo, la ritornata è intontita e forestiera, non riesce proprio a capire come quella zotica sia la sua procreatrice naturale quantomeno ostica se non impossibile. Cosa ha fatto di male una bambina per tornare dove non è mai stata. Apparentemente senza motivi, depredata di ogni affetto consolidato, di ogni ingenua certezza? Dalle stelle alla stalle, quasi in senso letterale. Dagli agi, moderati ma sicuri, alla quasi fame, alla rudezza, all'estraneità dopo aver apprezzato il calore di un nido confortevole.  Ma non sarà facile dimenticare i genitori adottivi, anche se le sorprese sono dietro l'angolo, le insidie praticamente si respirano e sarà tutto un vorticoso scardinamento e istinto di sopravvivenza.  Meno male che la piccola Adriana almeno pare nella sua gracile piccola età esserle vicino.
"-Io forse parlo in piu' troppo, certe volte,- ha ammesso animando per la salita.
-Non hai colpa se dici la verità. È la verità che è sbagliata."

03 novembre 2024

Quando il ponte si spezza (Greta Cerreti)

Ragazzo mio, non abbatterti. Sai quanti Riccardo ci sono ora, in questo momento. E quanti ce ne sono stati e quanti ne verranno. Presi da mille distrazioni eppure così concentrati a individuare ed occupare un posto al mondo, piccolo o grande che sia. Perché a 16 anni è così. Che tu sia
boomer o generazione Z, l'adolescenza è sempre quella. Magmatica, attraente e repellente, uguale e diversa, insomma è "quella età" che poi sarà la madre e il padre di quelle a venire. Nel ben e nel male. Perché sapete Riccardo sta tanto male, adesso. Sapete come vanno 'ste cose. Ha intuito e poi appurato che è omosessuale. Chissà cosa dirà la madre, perchè è toccato proprio a lui non essere "normale". Ora come ora si direbbe forse "va bene, che sarà mai", ma  a inizio anni novanta, vuoi anche per la spettacolarizzazione del terribile aids, l'attrazione per il proprio stesso sesso era considerata ancora una malattia. Ma i tempi cambiano, le convinzioni e convenzioni mediche anche. E meno male.

20 ottobre 2024

La cospirazione dei Cenci (Simona Teodori)

Violenza domestica. Patriarcato. Essere donna, nel bene e nel male. Parole certo . Attuali, molto parlate, ma tanto poi si dimentica tutto. Immaginate dunque uno dei maggiori quotidiani nazionali o dei settimanali gossippari di oggi, col titolo di apertura strillato in prima pagina: “Morto cadendo dal terrazzo. Incidente o omicidio?" e via una bella foto del deceduto a campeggiare. E poi il circo trash e morboso dell’apparato massmediatico coi social compresi, i ritratti piccanti o picareschi, i particolari pruriginosi, il contorno malmostoso, sanguinolente e mellifluo sui posti, i precedenti, le varie ed eventuali. Questo sicuramente non accadde a Beatrice Cenci, almeno in questa misura onnivora e onnipresente, essendo vissuta oramai più di 4 secoli fa, e protagonista di una vicenda molta nota, una tragica saga famigliare. La storia si svolge agli estremi sgoccioli del 1500, non abbiamo tv ed internet e racconta un fattaccio brutto di una famiglia romana una volta facoltosa ed ora lentamente digradante nel baratro dei debiti, il cui duce in pectore è il dissoluto ed insolvente capofamiglia Francesco, con coprotagonisti la sua seconda moglie, la remissiva Lucrezia, ed i figli, tra cui spiccano, tra morti in rissa ed arrestati, Giacomo e la giovane bella Beatrice. Quest’ultima, data la vita borderline del detto padre, è da lui costretta ad un esilio forzato nei lontani Abruzzi, in un castello, che più che fatato è quasi una prigione, per evitare di doverla maritare e sganciare sganciare la dote prevista da una condanna papale per una delle sue numerose bravate notturne. Che di bravo o di bello ovviamente non hanno niente, si narrano di atti di sodomia e pedofilia (peraltro solo la prima penalmente rilevante, allora, in nome del Papa re). 

17 ottobre 2024

La musica nel tempo (Ferdinando Fasce)

I quattro scarafaggi più famosi del mondo. Non a caso chiamati i fab four, i quattro favolosi. Un’avventura durata addirittura meno di dieci anni e che lascerà un’impronta indelebile ed incomparabile nell’ambito della storia della musica pop. Perché loro no, non sono rock. Come genere e come atteggiamenti. Loro sono più che altro unici. Ma nel corso del 1970 la loro unione si interrompe. Insanabili divergenze e le urgenze di carriere soliste ( per tre componenti: Lennon, Mc Cartney e Harrison, il batterista Ringo Star è sempre stato un mero comprimario, seppur leale e fedele) non lasceranno scampo. Sono lontani gli epici tempi di Amburgo, quando ancora sconosciuti e pivelli erano costretti a lunghi ed estenuanti tour de force giornalieri per esibirsi in locali dove certo la musica non era l’unica attrazione. Poi verranno la fama, i contratti capestro, la ricchezza a volte sperperata, le droghe, la politica, Yoko Ono. Ma certo nessuno come loro è stato capace di divenire mania globale, in un’epoca dove non esistevano internet, fake news e la televisione stava appena imponendosi in quasi tutto il mondo occidentale, come preponderante e indiscutibile mezzo di comunicazione di massa, senza scordarsi del decisivo apporto di alcuni personaggi decisivi per far conoscere al mondo la magia musicale del gruppo: Due nomi su tutti: Brian Epstein, manager e George Martin, produttore. Anche gli esseri umani più talentuosi ( e fortunati) hanno dei padri putativi. Anche dei  supereroi come i marvelliani Avangers, pensate. Figuriamoci quattro allora anonimi e post adolescenti di Liverpool.

22 settembre 2024

La stagione delle prugne (Patrice Nganang)

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"Quella guerra era stato un vero catalizzatore di incontri mancati. Intanto, fuori, pioveva sempre meno. La pioggia, a Yaoundé, è fatta così: violenta e breve" .E già, una pioggia. Ma con grandine di bombe  e tuoni di cannoni, che hanno allagato il mondo intero, lasciando morti ammazzati, militari e civili. Parliamo della seconda guerra mondiale, quella considerata più brutta, sporca e cattiva delle altre e che ha devastato praticamente gran parte del globo fra il 1939 ed il 1945. Questo vale anche per il Camerun, al centro dell'Africa, curiosamente prima colonia tedesca e poi francese, rimanendo ancora legato ai primi mentre i secondi ne sono stati appena invasi e distrutti nella lontana, lontanissima, quasi irraggiungibile Europa. I nazisti sono a  Parigi e sembrano invincibili, anche nel cuore dell'Africa, in un villaggio ricco di vita quanto povero di bellicosità. 

Trofeo (Emanuela Cocco)

Una gonna. 
Una  normale, anonima gonna, in un negozio d'abbigliamento come tanti, peraltro tra  gli articoli in saldo. Ma l'oggetto, che tale è, tale si sa. Né aspira ad altro. Già. Come vestito allora verrà indossato, ma con quell'atto meccanico diverrà un tutt'uno con chi lo sta usando. Con quello che ne consegue, se per puro caso ci si trova a "vivere" una situazione ai limiti del sopportabile. La violenza di per sé non trova mai una completa giustificazione, quando diventa fine a sé stessa o finalizzata ad sfamare i propri crudeli demoni interiori, ebbene non è solo un crimine, ma un abominio. La gonna sarà testimone di una violenza efferata a sfondo sessuale senza ritorno. Ma il nostro indumento è come un neonato o meglio un bimbo che inizia  a parlare. Ha molti perché, non dice mai di no,  non esprime giudizi netti, perlomeno la sua sete di vita alimenta il conoscere, non il sapere. D'altronde appunto, il mondo è umano, non un oggetto, ed i nomi sono solo umani, questo pone un limite invalicabile, anche se ci possono essere legami, empatie, sentimenti . "Di me sono state dette tante altre cose: che sono eccessiva, difficile da portare, non elastica, pretenziosa, svasata. Come volete. Nessuna di queste mi ha ferita tanto come il fatto di sentirmi dire che ero fredda". Perché lei, la gonna, è calda, ha il fuoco vitale. E non solo.

Serotonina (Michel Houllebecq)

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“E’ una piccola compressa bianca, ovale, divisibile. Non crea né trasforma; interpreta. Ciò che era definitivo, lo rende passeggero, ciò che era ineluttabile, lo rende contingente”. 
La pillola si chiama Captorix.
E Florent Claude Labrust ne fa uso, per avere qualche grammo di felicità e smaltire i chili di angustia e tonnellate di insoddisfazione che gli pesano sul petto e  sul resto del corpo e lo incatenerebbero allo spegnimento irreversibile, morte assoluta o parziale, comunque non vita. Depressione la chiamano, e non si scherza, è una malattia come  e più del Covid-19.
Non è bello sentirsi zombie, diciamocelo, ammesso che i non morti siano in grado di sentirsi, nessuno lo sa, perché non gli è stato mai chiesto.

08 settembre 2024

In Sardegna non c'è il mare (Marcello Fois)

Il mondo, si sa, è pieno di sorprese e pertanto può succedere che la Sardegna, terra amatissima soprattutto per le sue coste spettacolari, abbia in realtà un suo cuore. Un vero baricentro su cui son state divulgate leggende che ovviamente non corrispondono al vero, dove non vi sono spiagge né acque limpide, insomma, non c’è il mare, ma una storia e delle storie tutte da raccontare. La Barbagia raccontata da un barbaricino allora rivela i suoi segreti. Partendo dall'abbattere i numerosi luoghi comuni con cui son stati sempre tratteggiati i nativi di questa zona dell’interno, con i tratti impervi ma anche un’umanità varia e naturalmente fiera, con le sue asserzioni ancestrali ma anche con le evidenti contraddizioni e controindicazioni reali. E di una terra orgogliosa di sé stessa, spesso lasciata sola ma fiera della sua isolata unicità, ci parla un contemporaneo e conterraneo molto capace come Marcello Fois, per un testo che, con mia sorpresa, al momento in cui scrivo è introvabile, se non su il siti tipo  "Il libraccio", che appunto vende usato e fuori commercio, o Unilibro. Misteri dell'editoria per un libro che sconfessa i presunti misteri sardi, come ad esempio s'apprende che i sequestratori sono considerati scemi, malvisti ed isolati, ma non per questo tutti gli abitanti son disposti a farne i nomi a chi non li sa, rischiando la vita, tra le altre cose.

22 luglio 2024

Io sono il Nirvana. La storia di Kurt Cobain (Andrea Biscaro)

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Già il rock. Quella roba lì che da decenni ha rivoluzionato il modo di fare ed intendere musica, stregando milioni di giovani e che poi come tutti i fenomeni di massa ha mantenuto esteriormente i suoi crismi  ed i suoi canoni, ma ormai è uno dei tanti epifenomeni di quel mostro onnivoro ed onnisciente che dilaga ovunque, il consumismo. Cantava il rocker canadese Neil Young ( e canta ancora, beato lui) che il vero rock non potrà morire. Magari. O meglio, la musica resta i musicisti no. Cobain Kurt, appellato in adolescenza dai villani suoi compaesani checca-Kurt per la sua ostentata ostile indifferenza a tutti loro, è inizio degli anni ottanta un ragazzo difficile come si dice per appiccicare un'etichetta a che subisce, magari per ipersensibilità emotiva, la separazione fra i genitori e l'abitare in uno sconosciuto borgo di nome Aberdeen, dove l'America dei telefilm patinati tutto tette e muscoli è sostituita da quella vera, grande solitaria, sperduta, quasi selvaggia e dove tutto resta lontano, quasi irraggiungibile, come avverare il sogno di diventare una rockstar.
Ce la farà. Si. American dream? No, disperazione.

30 giugno 2024

Tutto sarà perfetto (Lorenzo Marone)

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Andrea non immaginava che questo fastidioso fine settimana dedicato ad accudire il padre malato, ex capitano di marina, potesse diventare una caterva di incontri a sorpresa, profumi ritrovati, nostalgie perdute. Quando la sorella Marina lo ha inchiodato ad adempiere ai propri doveri di figlio e fratello – causa una brevissima vacanza con la propria famiglia – tutto sommato se ne era fatto una ragione, confidando nella brevità dell’impegno e della relativa facilità dei compiti assegnati. Ma dopo aver semidistrutto la casa e combinato una serie di disastrosi guai, ha esaudito il desiderio del genitore e lo ha accompagnato a Procida, visto anche la situazione di malato terminale, considerato che anche lui stesso lì ha trascorso la propria
adolescenza mentre il papà partiva per viaggi lunghi e avventurosi per mare. Andrea ha persino rincontrato Ondina, fugace apparizione nei normali tormenti amorosi adolescenziali, diventata donna matura ed attraente. E dopo la sua fallita convivenza con una ragazza, causa la sua scarsa maturità, la faccenda non gli dispiace. Ora, a lui, che a quaranta anni non ha ancora trovato una direzione sulle strade della vita cavandosela sempre meglio che ha potuto, si dischiudono orizzonti impensabili fino ad un giorno prima: in ordine sparso, in un vertiginoso vortice di ricordi che riaffiorano, apprezza la figura di un padre sentito sempre lontano fisicamente ed emotivamente e che invece disvela insospettabili qualità umane di cui ne aveva sempre ignorato l’esistenza; e comprende la personalità della madre, donna assente a tutti, anche a se stessa e che ora invece acquista una nuova luce.

11 giugno 2024

Voci partigiane (Simona Teodori)

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Siamo durante la Resistenza, la lotta è quotidiana e sempre più cruenta. Esiste una questione privata che nessuna guerra può arginare tra Michele Sadda ed Enrico detto “Tirana”, poiché ha fatto la campagna d’Albania. Succede, anche fra chi lotta fianco a fianco o in fazioni avverse, in una battaglia più grande dei piccoli e grandi interessi personali. Ma ce lo aveva già detto Fenoglio, non c'è guerra che tenga di fronte a ciò che preme al cuore ed agita il cervello. Figaro, compagno di Enrico nella brigata partigiana, lo ha intuito ed ora mentre sono stati presi da un commando tedesco e dallo stesso Michele sa che i nodi verranno al pettine. E magari non se ne saprà nulla, oltre i tre i coinvolti, di quello che c'é dietro, o sotto, o sopra. Ma i partigiani sono tanti e diversi, con un unico fine, si spera. Ed allora è risaputo che in guerra non c'è spazio per la poesia, il Poeta lo sa bene. E non ci ha pensato due volte a coprire la fuga del compagno Lupo e della giovane staffetta Lisetta, peraltro incinta, richiamando l'attenzione della pattuglia nazista che li ha sorpresi. E ha salvato la Lisetta, che ora è lì che attende con fiducia il ritorno di Matteo, partito al fronte. Ora che è diventata madre, sbarca il lunario dalla ricca signora Giovanna, e cerca di svolgere le sue due mansioni nella maniera migliore possibile. Anche perché alla fine quella casa è piena di segreti.

04 giugno 2024

Siete stati lì (Fabio Galati, Laura Montanari)

Ebola è una malattia ma anche una entità diabolica: annienta chiunque, i soldati che vigilano, i medici che curano. E poi c’è polvere sui vestiti, scarseggiano medicinali, ma un dottore non può arrendersi, è la sua missione. “Ebola impone solitudini e disciplina, pensieri, ordine”. Una battaglia insomma, forse una guerra, chissà se ci sono vinti. O vincitori.
Nguyen Van Tanh non sa né leggere né scrivere. Nel 1969 ha visto bombe straniere cadere sul suo Vietnam. A 78 anni sul fiume silenzioso ancora pesca reperti e ravviva la memoria: “Si comincia a morire da lontano, quando nessuno sente”.
A Milano, città una volta da bere ed ora un po' bevuta, invece anche durante l’EXPO ci sono i cacciatori di briciole, gli esodati, i residui non conteggiati nelle statistiche. Dopo i quaranta anni difficile trovar lavoro, anzi quasi impossibile: non si pagano bollette, affitti, mutui, allora ecco la strada, i bidoni della spazzatura dove rovistare in cerca di sostentamento, prima di annegare nella disperazione meglio attenuare i morsi della fame.
Il buon Kramer è diventato campione del mondo con la Germania nell’edizione del 2014 dei mondiali di calcio, ma ha avuto una enorme colpa: una gomitata forse involontaria l’ha sdraiato per terra. Mentre i suoi compagni andavano a vincere lui perdeva conoscenza, lui, riserva acclarata in campo per un infortunio del titolare Khedira, lui che perde l’occasione di essere finalmente protagonista.E poi ancora, come un random senza logout, siamo nel mondo del carcere, un altro dei condannati non ce la fa più ma non chiede la grazia, semplicemente di non affogare in nauseabondi odori, di non dormire in celle sovraffollate, di non scontare la pena vivendo…